Scanno, il lago a forma di cuore

Scanno, il lago a forma di cuore

C’è un lago, negli appennini abruzzesi che ogni anno accoglie numerosi turisti. Si trova a Scanno, un piccolo Borgo in provincia del L’Aquila famoso anche come, il lago a forma di cuore.

Si trova immerso nei monti Marsicani tra Villalago e appunto Scanno. Ed è il lago naturale più grande dell’Abruzzo.

Come detto il lago di Scanno è il lago a forma di cuore, perché da alcune visuali, e tra queste il belvedere la sua forma appare a cuore.

Per goderne della sua bellezza, basta immergersi nella natura che lo circonda, tramite il sentiero del cuore. Il tempo di percorrenza è di circa 50 minuti, ed è lungo poco più di 2 chilometri.

Mentre si percorre il sentiero del cuore, qualsiasi sia la strada che si intraprende (ci sono più percorsi, anche più corti) si arriva, con un po’ di fatica, dovuta all’altezza, all’Eremo di Sant’Egidio. Seguendo questo percorso si arriva al punto più panoramico, ovvero l’Osservatorio del Cuore.

Il percorso del cuore è accessibile a tutti, adulti e bambini, ma avendo dei tratti abbastanza lunghi senza ombra si consiglia sempre di partire presto e andare vestiti attrezzati.

Come abbiamo imparato in questi anni, spesso i luoghi, i cibi, le feste del nostro Paese portano con se anche delle leggende.

E anche Scanno non può esimersi da questo.

La leggenda ci racconta che intorno alla nascita di questo lago si aggirano stregoni, fate e duelli.

La più famosa ci racconta di un combattimento tra i romani e Re Battifoloro. Trovandosi in difficoltà contro il nemico e vedendo che il suo esercito era allo stremo, il re, invoca l’aiuto di Mago Bailardo. Che decide di ricoprire il campo nemico con l’acqua da cui nacque il Lago di Scanno.

Ma ne troviamo un’altra meno famosa, che invece racconta della coraggiosa fata Angioina di cui il potente stregone Pietro Baialardo si era innamorato. Lo stregone, per soddisfare tutti i suoi desideri, ordina il rapimento della fata ma quest’ultima, tanto bella quanto coraggiosa, riesce a scappare dai suoi rapitori. Grazie ad un incantesimo, fa materializzare il Lago di Scanno sotto ai loro piedi, lasciandoli annegare.

Scanno è anche un borgo molto bello e affascinante dove ancora la tradizione della filigrana abruzzese è molto in voga. I gioiellieri del borgo ancora la lavorano e producono i famosi gioielli da la presentosa, il rosone aquilano, il tombolo o la cicerchiata.

Sicuramente, se si decide di fare una gita non possiamo perderci l’eremo di San Domenico o la Chiesa della Madonna del Lago.

E una volta visto tutto questo, possiamo senza dubbio consigliarvi una deviazione a Villetta Barrea il paese dove passeggiando vicino a te puoi incontrare cervi o orsi. E sempre nel rispetto delle loro abitudini e istinti, possiamo godere della vista di animali che non è così facile da vedere dal vivo.

#ostinatamenteottimista

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Laura Cardilli

Laureata in Sociologia, indirizzo Comunicazione e Mass media, da sempre mette al centro della sua vita proprio la comunicazione sotto tutti i suoi aspetti. Durante l’università prende il tesserino da giornalista pubblicista collaborando con due giornali romani, per molti anni solo la carta stampata le regala la gioia della professione di giornalista, poi, grazie ad un laboratorio di comunicazione incontra quella che per molti anni è stata la sua grande passione, la radio, per diversi anni ne è stata redattrice e anche speaker. La prima formazione è stata quella sportiva, calcio e tennis soprattutto, ma poi soprattutto attualità è stata autrice anche di alcune sue rubriche. Per molti anni abbandona le scene del giornalismo e lavora per una grande azienda italiana sempre nella comunicazione esterna. All’attivo ha la pubblicazione di un suo libro “L’eterna rincorsa” e la pubblicazione di qualche poesia. Appassionata di social media si definisce un’ironia e sarcastica…non sempre compresa. Dopo un po’ di tempo e tanta mancanza decide di riprendere a scrivere per Distanti ma unite. Il suo hashtag è #ostinatamenteottimista perché sostiene che niente e nessuno potrà farle vedere quel mezzo bicchiere vuoto.

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