Efesto, il dio del fuoco

Efesto, il dio del fuoco

«Gli dèi non sempre si accorgono di ciò che accade. Guardano altro, pensano ad altro. Si lasciano distrarre. Così anch’essi si smarriscono. Non capiscono, sbagliano, si confondono. E ogni tanto si perdono qualcosa, che forse era importante».

Io non sono nato. Sono caduto.

Una madre getta nel vuoto suo figlio appena nato, perché debole e deforme. Quella madre è Era, regina del cielo; quel figlio è un dio, Efesto. Che precipita dall’Olimpo per nove giorni e nove notti, finché non si adagia sul fondo del mare. Lo raccolgono due ninfe, Teti ed Eurinome, che lo cresceranno nel cuore degli abissi. Lì Efesto imparerà a trovare la pace nel fuoco: fonderà i metalli, forgerà gioielli, diventerà un artista così famoso che persino Era sarà ammaliata dalle sue creazioni. Ma chi è stato abbandonato ha una ferita sempre aperta, e l’arte forse è solo un modo di rimarginarla.

Dalla penna magistrale di Paola Mastrocola, troverete soltanto dèi fra queste pagine, allegri e dispettosi, violenti e gentili, generosi e crudeli, vendicativi, ambiziosi, sognatori. Il dio del fuoco viene raccontato umile e geniale, inquieto, tormentato, un figlio pieno di rabbia viscerale verso la madre. L’unico dio che lavora, il fabbro che costruisce una città sull’Olimpo e i primi automi della storia. Il più brutto tra gli dei che sposa la più bella tra le dee.

Il piacere della mitologia

Un romanzo per chi non ha mai incontrato i miti, per chi crede che la mitologia sia noiosa, per scoprire davvero il dio del fuoco. Una continua incandescenza di emozioni contrastanti, una perenne ricerca dell’amore che riflette la società odierna.
Mastrocola racconta di nuovo il mito in un dialogo essenziale che intreccia divinità ed eroi, uomini e donne, amore e morte, pace e conflitti. Tra le pagine rivivono così gli dèi che, come scriveva Orazio, conducono la loro vita eterna senza turbamenti, osservano il mondo con un sorriso distante, enigmatico come quello scolpito sul volto dell’Apollo di Veio.

Durante la lettura, incontriamo divinità elusive, giocose, impulsive, volubili, che influenzano le vicende umane, li aiutano o li distruggono, donano tesori e tramano inganni.
Incontriamo le Moire, custodi di un destino invisibile ma ineluttabile; incontriamo le madri adottive di Efesto, una famiglia arcobaleno senza pregiudizi.
E poi Prometeo, il personaggio più commovente e profondo, che ha creato gli uomini e verrà punito da Zeus, il re dell’Olimpo che accoglie Efesto, figlio non suo.

A cascata, durante la lettura, ho ritrovato personaggi mitologici a cui finalmente ho saputo dare una linea genealogica, come Achille, Ettore, Elena.

È difficile accettare che le cose non siano mai come appaiono, che dietro ogni nostra decisione si nasconda sempre un dio che non vediamo.
Che cos’è il mito, in fondo, se non un grande romanzo contemporaneo?

#FastidiosamentePaziente

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Federica Fiordalice

Classe 1994, da sempre il suo sogno nel cassetto è scrivere libri e vivere grazie ad essi. A furia di stare con la testa tra le pagine, è finita su DmU per scrivere e provare a imitare i tanti autori che legge. Al momento ancora non ha scritto alcuna pagina, ma gli scaffali di casa sua continuano ad accumulare libri in attesa di essere letti. Scout per la vita, tra le sue passioni troviamo la corrispondenza cartacea, collezionare cartoline da tutto il mondo e la sua bignè a quattro zampe di nome Wendy. Figlia di Tosca Tassorosso e Durin, capostipite dei Nani tra le file di Tolkien. Dolce, paziente, un po’ stacanovista (a giuste dosi), perfezionista (q.b.). Maneggiare con cura: potrebbe rifilarti freddure di punto in bianco come strategia di difesa.

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