Un artista al naturale: Kevin Serafini si racconta [IL VIDEO]

Un artista al naturale: Kevin Serafini si racconta [IL VIDEO]

8.40 non si sfugge alla radiosveglia, in superficie il caffellatte crea forme strane, la schiuma somiglia a tante nuvolette bianche e scomposte. Intanto fisso il verde degli alberi fioriti fuori dal mio terrazzo. Che pace. Drin drin, è il telefono, puntuale arriva il wapp di Kevin Serafini: oggi appuntamento con l’arte. Chissà cosa vedrebbe Kevin nel mio cappuccino? Penso, raccogliendo a tentativi il telefono sul comodino. La domanda è d’obbligo a questo punto: Chi è Kevin? Ecco, Kevin è un artista maturo, il più “giovane artista maturo” di mia conoscenza e vive a Pedace, nel cosentino, ma è nato a Montrèal, in Canada. Il suo è un percorso inverso rispetto a quello di molti corregionali. Serafini rappresenta una ventata internazionale per il neo comune di Casali del Manco, un paesino della Calabria, dove Serafini approda all’età di cinque anni.  Classe 1989, pittore e ritrattista, la sua arte viene definita dagli esperti concettuale, espressione artistica in cui i concetti e le idee espresse sono più importanti del risultato estetico e percettivo dell’opera stessa. Diplomato presso il liceo artistico di Cosenza, ha frequentato l’Accademia delle Belle Arti di Catanzaro specializzandosi in pittura. Dai ritratti, alla street art, ai dipinti contemporanei ed introspettivi, Kevin ha già ottenuto diversi riconoscimenti presentando una particolare sensibilità per l’attualità. L’ex comune di Pedace gli commissiona tre opere, il tema principale l’accoglienza in relazione alla precaria situazione umana presente presso le coste italiane. Nelle sue raffigurazioni non mancano riferimenti alla giustizia, alla politica e alla religione. Ha allestito due mostre: “Tra ombre e luci” e “Passione in nero”. Contribuisce con i suoi schizzi alla stesura del libro Albaurora di Amerina Longobardi e realizza due murales, uno dei quali è dedicato alle donne che subiscono violenza. Ha partecipato alla diciassettesima, diciottesima, diciannovesima rassegna d’arte contemporanea ottenendo tre diplomi di merito e nel 2014 ha vinto il concorso per la realizzazione di un’opera d’arte da collocare nella sede dell’Università telematica Pegaso. Eppure Kevin è l’amico che ognuno di noi vorrebbe, di una semplicità sconvolgente, un gigante buono, ci parlo ed è come se lo conoscessi da sempre, in realtà ho iniziato a seguirlo durante il lockdown; è riuscito ad emozionarmi e coinvolgermi con un’opera di riferimento a questo periodo triste e difficile, in pieno stile Milo Manara, ma dai tratti unici ed inconfondibili. Con lui avanguardia e tradizione si incontrano e si scontrano, ma le sue rappresentazioni sono delle vere e proprie “visioni”. Lungimirante e profondo, i suoi dipinti sono un inno alla vita, anima su tela, in cui tra forme e colori lo stesso Kevin si racconta. Il bambino è un elemento che appare costantemente, così come la donna, sensuale, dolce e materna. I suoi ritratti attraversano tutto il ’900 e immortalano i personaggi più importanti del nostro Paese. Tra questi Giovanni Falcone, Lucio Dalla, Claudia Cardinale in “C’era una volta il West”, Adriano Celentano, Fabrizio De Andrè e Rita Levi Montalcini.

Sulla scia di tanti pittori famosi che si sono susseguiti nel tempo ha realizzato il proprio autoritratto: la sfida più difficile per un artista. Oggi Kevin ha in serbo diversi progetti, in programma c’è anche il ritratto per il nostro sito. Che dire, Ad maiora.

Gilda Pucci

distantimaunite

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