Sono sempre i sogni a dare forma al mondo

Sono sempre i sogni a dare forma al mondo

C’era una volta, in un lontano paese, un ragazzo con la passione per il legno. Il suo nome era Bob e aveva un modo nuovo di concepire la realtà, fatta di progetti innovativi. Serbava molti desideri da realizzare e disegni mentali a cui dare corpo. Perché lui sapeva che sono sempre i sogni a dare forma al mondo.

Le tante idee di Bob gli giravano nella testa e si illuminavano come lampadine. Questo giovane genio iperattivo, sempre alla ricerca di nuovi stimoli, un giorno arrivò in un bel campeggio nella provincia di Piacenza: Ponte Barberino, un’oasi naturale della Valtrebbia, tra alte e basse montagne che si rispecchiano nell’acqua limpida di un fiume puro e trasparente. In questo posto incantato, poco distante da Bobbio, il nostro protagonista decise di piantare le basi per il suo nuovo mondo.

Bob dunque costruì da solo un bungalow, per se’ e la sua famiglia: il bagno, la camera per le due figlie, la camera da letto, l’angolo cucina e anche il salottino. L’esperimento riuscì talmente bene che parenti e amici, che vedevano la sua opera, gli commissionarono altri cottage per essere le loro dimore estive. A Bob, che aveva tanta voglia di fare, e fermo proprio non ci sapeva stare, piacque la possibilità di creare e si mise all’opera per esaudire le richieste. Alla fine, il campeggio di Ponte Barberino portava la sua firma.

Passò del tempo ma la mente del nostro eroe era in fermento. Difatti la quiete durò poco nella sua testa. L’iperattività del giovane genio si fece sentire, bussò forte alla coscienza di Bob nel momento in cui gli apparve una fotografia. Ritraeva uno scuolabus, trasformato in una casa e che viaggiava libero di città in città. “Lo voglio fare!” disse tra sé e sé.

Bob iniziò immediatamente la ricerca del mezzo giusto, da poter convertire in abitazione. Desiderava trovare quella stessa vettura che da bambino, a Milano, lo trasportava da casa a scuola. Purtroppo però proprio quel tipo, a causa di vari vincoli, non poteva averlo. Perciò, come nelle favole, si rivolse a chi, con un incantesimo, potesse risolvere il problema: le pagine degli annunci del giornale…

Leggi e leggi e “Eccolo” esclamò Bob. Un vero bus londinese a due piani.

Sono sempre i sogni a dare forma al mondo

Le lampadine nella sua testa sembravano fuochi d’artificio, si accendevano velocissime una dopo l’altra. Immaginava il futuro e nei suoi pensieri era già tutto compiuto.

Il mezzo in questione, che si trovava a Caserta, era di proprietà di un titolare di un Irish pub che voleva rendere il proprio locale ancora più british. Purtroppo per lui, una pensilina di un benzinaio, lì di fronte, non gli aveva permesso, a causa dell’altezza del bus, di poter realizzare la sua ambizione. Erano passati svariati anni, il bus rosso a due piani stava ancora lì, tra lepri e conigli che lo circondavano, fatiscente e moribondo in attesa di qualcuno che lo destasse dal suo sonno.

Bob vide la situazione e invece di demoralizzarsi, ne intuì tutto il potenziale. Instaurò una trattativa per l’acquisto del bus, e alla fine fu suo!

Sorgeva però un altro problema. Quel bestione difatti doveva essere trasportato da Caserta a Bobbio. Non era per nulla semplice. Decine di ditte di trasporti si rifiutarono, troppo ardua l’impresa. Tra i tanti no, Bob non si arrese e trovò qualcuno testardo quanto lui, che pensò bene di smontare ruote e tamburi e portare l’autobus rosso a pezzi, fino al campeggio.

Gli occhi di Bob vedevano il futuro con più chiarezza. La tanto sognata e vagheggiata casa nel bus, era sempre più vicina.

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Una volta arrivato a Ponte Barberino e ricomposto, il bus londinese iniziò la sua seconda vita. Bob ci si dedicò con un impegno instancabile, anche nelle giornate più fredde, quando le dita sembravano staccarsi dalle mani per il gelo. Il suo sogno però valeva tutto quel sacrificio. Da ottobre ad aprile, 50 sabati di lavoro inesauribile e continuo, per far tornare a splendere la linea 148.

Un’opera minuziosa, sia esternamente che internamente. Una vera abitazione a due piani, all’interno del vecchio London Bus del quartiere di Notting Hill. Bob trasformò quel rudere in un autentico gioiello di design.

Due piani e tutto su misura: giù il soggiorno e la zona cucina, al piano superiore la zona notte, compreso un bagno. Per godersi un po’ la natura circostante e accogliere gli amici, Bob completò la casa con un patio esterno ed un grande tavolo.

Quell’autobus diventò la residenza estiva della famiglia di Bob.

E nel giorno dell’inaugurazione del veicolo restaurato, come nelle più belle favole, Bob, con sorpresa di tutti, chiese a Silvia, la compagna amatissima, di sposarlo. “Un sogno nel sogno” per loro.

La voce si sparse, la notizia si venne a sapere anche fuori dei confini di Bobbio. Iniziò la processione di persone che volevano visitare l’opera. La coppia, Silvia e Bob, accoglieva con piacere tutti i visitatori, regalando anche un biglietto del bus originale del 1963.

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A questo punto, come in ogni favola, dovrebbe apparire il: e vissero tutti felici e contenti. E invece no! perché le lampadine nella testa di Bob non hanno mai smesso di fare scintille.

Dove altro si può costruire una casa? In un treno…no, l’hanno già fatto non è originale. Si ho trovato: in un sommergibile, eh però non è semplice trovare chi me lo vende. E se fosse la fusoliera di un aeroplano? Il muso, senza le ali, eh si sarebbe bello poter realizzare una casa con tutti i confort lì dentro“.

Sono sempre I sogni a fare la realtà
Sono sempre I sogni a dare forma al mondo
E sogna chi ti dice che non è così
E sogna chi non crede che sia tutto qui

Quindi la storia continua. Il campeggio di Bobbio è popolato dalle creature di Bob. La porta dell’autobus, e di casa, è sempre aperta ai visitatori. I bambini, che giocano lì intorno, domandano: a che ora parte l’auto?!

E tutti aspettano l’arrivo del prossimo sogno fatto realtà, perché è sicuro che Bob, il genio italiano, farà volare anche la sua prossima idea… to be continued.

Sabrina Villa

Per Vasco “Cambiare il mondo è quasi impossibile -Si può cambiare solo se stessi - Sembra poco ma se ci riuscissi - Faresti la rivoluzione” . Ecco, in questo lungo periodo di quarantena, molti di noi hanno dovuto imparare nuovi modi, di stare in casa, di comunicare, di esternare i propri sentimenti. Cambiare noi stessi per modificare quello che ci circonda. Tutto si è fermato, in attesa del pronti via, per riallacciare i fili, lì dove si erano interrotti. I pensieri hanno corso liberamente a sogni e desideri, riflessioni e immagini e, con la mente libera, hanno elaborato anche nuovi modi di esternazione e rappresentazione dell’attualità. Questa è la mia rubrica e io sono Sabrina Villa. Nata a Roma e innamorata della mia città. Sono un'eclettica per definizione: architettura, pittura, teatro, cucina, sport, calcio, libri. Mi appassiona tutto. E' stato così anche nel giornalismo, non c'è ambito che non abbia toccato. Ogni settore ha la sua attrattiva. Mi sono cimentata in tv, radio, carta stampata. Oggi, come al solito, mi occupo di tante cose insieme: eventi, comunicazione, organizzazione. La mente è sempre in un irriducibile movimento.

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