Se fai una femmina… Dicevano. È più tranquilla del maschio… Dicevano

E pensare che l’esempio in casa di una nipotina femmina dolce, calma e tranquilla ce l’ho.

Una bambina che da quando è nata, è stata messa nel dondolo e là rimaneva.

La prendevi in braccio e stava con tutti. Le toglievi un gioco e lei si girava a giocarne con un altro, facevi le preghiere e lei stava in silenzio ad ascoltare. Pranzavi in famiglia e lei stava seduta, composta, a giocare nel seggiolone senza far accorgere troppo della sua presenza e questo già lo faceva a 2/3/4 anni. Incredibile.

Lato opposto – nipotini maschi, tremendi.

Come li chiama la nonna paterna “burdellisti o diavoletti” ma si sa i maschietti giocano ad altri giochi, più violenti, rumorosi, più coinvolgenti.

Sono supereroi. E non bastano tutte le bestemmie dei vicini per farli calmare.

I due esempi in casa, ambo i lati, mi hanno illusa tremendamente.

Maschio – monello

Femmina – dolce principessa

Tutto elementare da capire. Fin quando rimani incinta e scopri di aspettare una bimba e tutte le amiche a raccontarmi questa finta favola.

Gli stereotipi sul carattere del bimbo in base al sesso.

Io e mio marito che sogniamo una bimba come la mia nipotina e tutto si tingeva di rosa.

Iniziavamo a vedere il mondo rosa e dolci note stile le “vie en rose” facevano da colonna sonora a tutte le immaginazioni che ogni futuro genitore fa sul proprio bimbo.

La realtà spesso si scontra con la fantasia come un gesso sulla lavagna e il rumore che spezza tutti gli incantesimi è proprio lo stesso. Stridulo.

Nasce la mia bimba e molto presto conquista l’appellativo di “monella” una furbetta con gli occhi azzurri che è un mix tra Titty e Masha. Gli occhi dolci del papà innamorato riusciranno solamente a farle capire la supremazia femminile su un uomo, già ad un anno di età, senza ricorrere banalmente alle basi del pelo/carro di buoi.

Tutti i “no” si tramutano in “sì“ e tutti i tentativi di non farle fare qualcosa diventano la sua presa in giro a noi di riprovarci appena ci ha distratti. Per poi sfoderare quel sorriso a sei denti, di cui solo i due di sotto sono in rappresentanza, per dire: “l’ho fatto ancora, ma come fate a non perdonare una bimba che sorride così e mette le mani giunte?” Perdonata!

Una monella travestita da angelo che disarmerebbe il cuore di “Crudelia Demon” per farla diventare la fata turchina. Ma proprio nel momento in cui ti stai addolcendo eccone un’altra, perché non usare le maniglie dei cassetti della scrivania come scala? o scendere dalla sua Mercedes monoposto elettrica stile i cugini Dukes dal Generale Lee? Perché non provare a scendere dal divano in ogni posizione possibile per cercare di crearsi il trauma cranico meglio fatto in casa? Chi è genitore sa di cosa parlo, ma ancor di più non sembrerà strano ciò che dico alla mia amica Elisabetta, mamma di una bimba anche lei.

La piccola Silvia (sua figlia) nel nostro team di amici ha preso il soprannome di “terminator” ed ho detto tutto. E la cosa bella è che causa residenze in nazioni diverse non si frequentano troppo le due bimbe…

E meno male! Aggiungerei.

Povere noi.

Chi di voi vive la stessa situazione? come la affrontate? Lasciate il vostro commento e raccontateci le vostre storie.

In conclusione credo che ogni bimbo abbia un preciso DNA. Non importa maschio o femmina.

Esistono favole in cui esistono Cenerentola, Biancaneve e la Bella addormentata nel bosco o altre con Pocahontas, Rapunzel e Mulan…

Saranno tutte favole diverse ma tutte son principesse… Alcune guerriere.

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Emanuela Impieri

Mi chiamo Emanuela Impieri, sono nata a Roma 34 anni fa. In passato, la mia timidezza mi ha portato a guardare il mondo senza essere guardata, nascosta dietro la macchina da presa, la mia più grande passione. Ho curato la regia e scritto la sceneggiatura di vari cortometraggi per poi approdare alla tv locale romana, prima a "canale 10" poi per undici anni nel reparto tecnico di Retesole essendone anche la responsabile, per arrivare a collaborare con le tv nazionali. Sono stata docente di dieci Master in Giornalismo Radiotelevisivo per Eidos Communication. Mi piace lavorare e far la differenza proprio in quei settori in cui le quote rosa sono latitanti. Ho cambiato tutto per questo lavoro, città, amici, un’intera vita, finché un matrimonio e una bimba hanno rimescolato le carte per rinnovare tutto di nuovo. Per loro mi diletto a “mettere a fuoco” la mia vita sull’altra passione; cucinare, prima che per gli altri diventasse una moda. Perchè “Cucinare è come Amare o ci si abbandona o si rinuncia”. Il mio stile di vita.

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