Il bello di essere “Perfettamente Imperfetta”

Il bello di essere “Perfettamente Imperfetta”
Le Leggi del Desiderio – Il life coaching secondo Gabriele Muccino

Cosa chiederesti a un programma di “life coaching”?

“La libertà (…) La libertà di vivere una vita serena”. GABRIELE MUCCINO a Vanity Fair (10 febbraio 2015).

La libertà di vivere una vita serena. Una libertà limitata dalla costante ricerca della perfezione. Dal sentirsi sempre inadeguati. Mai abbastanza. Fragili come porcellana. Perennemente sospesi.

L’esercito degli insicuri combatte ogni giorno la guerra contro le proprie debolezze. Una battaglia faticosa, affannosa da cui spesso si esce sconfitti. Si finisce per alzare bandiera bianca. Ed è in quel momento che può iniziare una nuova vita.

“Smettila di sforzarti di essere perfetto.

E’ una ricerca inutile e futile.

Semplicemente ama ed accetta te stesso per come sei e la felicità sarà tua.”

DANIELE PENNA

Life coaching

Sempre più persone oggi nel mondo affrontano i propri blocchi emotivi rivolgendosi ad un programma di “life coaching“. Una sorta di metodo di “allenamento” che aiuta a raggiungere i propri obiettivi, con serenità e consapevolezza dei propri limiti e dei propri punti di forza.

Il coaching nasce negli Stati Uniti circa 40 anni fa, con l’obiettivo di suggerire un metodo per realizzare gli obiettivi e per tirare fuori le potenzialità di ognuno. Come in una squadra sportiva il coach è l’allenatore, nella vita è il motivatore, quello che prepara e dà carica ad una persona. Ogni coach ha la sua specializzazione: i più classici sono i business coach, gli sport coach e, appunto, i life coach. Quando si digitano le parole Coach e Coaching su internet, si trovano pagine e pagine di esperti, scuole, agenzie e società che offrono servizi solo apparentemente simili. Cambiano le metodologie, i riferimenti teorici, gli approcci, gli stili.

“Un life coach è una guida che ti accompagna nel tuo cambiamento, dandoti mezzi concreti, attraverso protocolli ben precisi, per raggiungere il tuo obiettivo, superare momenti difficili, imparare a gestire le proprie emozioni e lo stress, eliminare l’ansia, superare blocchi e limiti e per darti, infine, la possibilità di godere al massimo della tua vita”

ALESSIA MARCHINI

Anche Alessia, così come la maggior parte di noi, da bambina voleva essere sempre perfetta. Al top, sempre, in qualsiasi situazione. E per questo ha sofferto, e tanto. Prima di scoprire che poteva esistere un nuovo modo di vivere, un percorso di accettazione e di trasformazione delle proprie imperfezioni in punti di forza.

La ricerca della perfezione come se dalla perfezione dipendesse il bene, il riconoscimento e il valore di una persona.
La perfezione è fisica, è nei risultati, è non dare fastidio, è cavarsela da sola. La perfezione è diversa per ognuna di noi e si innesta in ogni cosa: nei rapporti, nelle scelte e nelle immagini. Immagini di una “famiglia perfetta”, la “figlia perfetta” o la “mamma perfetta”. Immagini.
Solo immagini in cui ci incastriamo, in un’eterna insoddisfazione. Perché? perché la perfezione non esiste.

ALESSIA MARCHINI

Alessia Marchini si presenta sul suo sito come High Performance Coach. La sua missione è quella di offrire, con il suo programma di life coaching, un posto sicuro in cui essere libera di essere te stessa, capita, sorretta e infine risolta. Perché a volte basta davvero poco per sentirsi bene, amarsi, bastarsi e accettarsi. Basta avere la voglia di scoprirsi e conoscersi, e integrare quei “devo essere” con chi sei davvero.

Così nasce il suo progetto “Perfettamente Imperfetta”, un programma di life coaching dedicato alle donne.

E’ il racconto del mio percorso di vita. Il mio voler essere sempre perfetta in ogni ambito, fin da piccolissima, mi ha impedito di godere delle esperienze che facevo, della quotidianità. Non andavo mai bene e avrei sempre potuto fare di più: a scuola, nella danza, nelle relazioni, fisicamente. Era un continuo auto-giudicarmi che mi ha sfinita, per anni, e condotta in una brutta malattia. Così, passo dopo passo, durante la mia ricostruzione è nato questo termine che mi ripetevo nella mente, come per dirmi “ehi Ale sei perfetta così come sei, e le tue imperfezioni sono e saranno la tua forza”. E così è stato…da lì è nata l’Ale 2.0.

ALESSIA MARCHINI

Il coaching mi aveva aiutata a vivere bene, conoscendo e sfruttando ogni parte di me, e io volevo aiutare tante altre donne che come me erano schiave della perfezione, che a qualsiasi età invade la tua vita, con infinite aspettative, sensi di colpa, e ti prosciuga l’autostima, focalizzando l’attenzione solo in ciò che non riesci a fare bene. Così eccomi qui.

Le persone perfette non combattono, non mentono, non commettono errori e non esistono.

ARISTOTELE
ALESSIA MARCHINI

Oggi Alessia Marchini è una donna, una mamma (di Alessandro), una moglie (è sposata con il cestista Andrea Cinciarini), che ha trovato il suo centro. Si sente comoda nella sua “perfetta imperfezione” e ha deciso di trasmettere e insegnare questa sensazione di benessere anche ad altre donne.

Noi donne siamo un mondo meraviglioso, ricco di sfumature e potenzialità spesso inespresse in quanto tendiamo a nascondere le nostre fragilità giudicandole e invece lì c’è nascosto tutto un mondo con risorse fondamentali per ognuna di noi. Lì una donna trova la possibilità di conoscersi a 360 gradi e sfruttare e domare anche i lati più difficoltosi che spesso la conducono ad auto-sabotarsi, a non sfruttare a pieno tutto il suo potenziale, a non godere delle fasi della sua vita.

Basti pensare al periodo della maternità. Io stessa qui su Distanti ma Unite ho parlato in più di un’occasione di quanto noi mamme tendiamo sempre a sentirci in colpa e perennemente imperfette nei nostri ruoli di genitore, moglie, lavoratrice. L’esperienza che sto vivendo sulla mia pelle mi sta insegnando che probabilmente solamente regalando ai nostri figli tutto l’amore di cui siamo capaci e accettando di non essere perfette riusciamo ad essere delle mamme serene.

Spesso il giudizio verso noi stesse e le aspettative ci portano a “incastrarci” in un ruolo, in cui finiamo per decidere prima chi dobbiamo essere, in base alle “leggi” familiari in cui siamo cresciute. Io cerco di aiutare colei che si rivolge a me a trovare la mamma che è e non che deve essere, rimanendo però anche donna, moglie/compagna, amica. Semplicemente se stessa, libera dai propri “devo”. Solo così si può godere al massimo questa fase, senza rimanerne imprigionata.

Perché la maternità ti stravolge, completamente. In quei 9 mesi creiamo un bel centrifugato di “aspettative”, definiamo che tipologia di mamma saremo, come sarà nostro figlio, come dovremo comportarci, e quando il nostro bimbo arriva è un uragano che spazza via tutto ciò che ci eravamo immaginate, aprendo la porta a uno tzunami di sensi di colpa, privazioni e giudizi. Non nasciamo mamme ed è importante capire passo dopo passo che mamma sono e soprattutto voglio essere, senza diventare schiave di un ruolo.

Ho mamme che hanno lasciato il lavoro perché per loro essere una buona madre significava essere “sempre presente” per il loro bimbo, che non si concedono mai del tempo per loro, e quando lo fanno si sentono enormemente in colpa. Mamme che non riescono a esprimere la loro dolcezza, invase dallo stress, mamme di tutti i tipi…Non c’è un modo giusto o uno sbagliato, c’è ciò che ti fa stare bene e godere del tuo essere una mamma, una moglie, una donna.

Capitolo a parte merita l’eterna lotta per l’accettazione del nostro fisico. Siamo sempre troppo magre o troppo grasse. E quella maledetta bilancia sembra non essere mai dalla nostra parte. Oscilliamo continuamente tra il “dovrei mettermi a dieta”, “dovrei allenarmi”, al “inizio lunedì” che è meglio! Un botta e risposta con il nostro io che ci stressa così tanto che alla fine per disperazione finiamo per…buttarci sul divano. Tanto “domani è un altro giorno”!

Spesso sei seguita da un nutrizionista, da un personal trainer e chi più ne ha più ne metta, ma continui a lottare con la bilancia, allora è la tua mente che ha bisogno di aiuto, la tua mente che va aiutata ad allearsi con te verso il raggiungimento del tuo obiettivo fisico, eliminando il cibo come valvola di sfogo, riportandolo al suo giusto ruolo nella tua vita.

Tutte noi possiamo diventare quello che vogliamo. Alessia, per esempio, mi spiega come sia riuscita a trasformarsi da bambina fragile e timida a donna sicura di sé.

ALESSIA MARCHINI

Sono diventata una donna sicura di me proprio quando ho preso per mano quella bambina. Di lei c’è tutto, anche tutto quello che poi invece avevo giudicato ed eliminato. Quando siamo bambini osserviamo i nostri genitori, i nostri insegnanti e interpretiamo (con le fragili risorse di quell’età) chi dobbiamo essere, cosa va bene e cosa invece non lo è. Cominciamo così ad eliminare delle parti di noi che racchiudono però risorse preziosissime. Lì risiedono i blocchi e i malesseri di noi adulti, ecco perché è fondamentale recuperare tutte quelle parti di noi e integrarle al nostro io adulto.

Sul recupero di tutte le nostre risorse ho anche creato un corso apposito. Si chiama “ombra”: integrare quelle risorse ci rende liberi, veri e autentici, perché non dovremo più essere qualcosa, ma saremo semplicemente libere di essere noi stesse.

“Il nocciolo dell’umanità è l’essere imperfetti. E allora basta con la perfezione!

Noi siamo esseri imperfetti e per questo straordinariamente belli.”

GIOVANNI ALLEVI

Avere tutto. E sentire di non avere niente. Guardarsi allo specchio e fuggire dal suo riflesso. Sentire i nostri respiri affannosi in cerca di una perfezione che non ci renderà mai completamente liberi.

Accade spessissimo. Se dentro di noi non stiamo bene, non potremo godere di nulla fuori da noi, della nostra bella famiglia, del nostro lavoro, di quel vestito nuovo, della cena con le amiche, collezioneremo problemi e momenti di difficoltà. Il segreto sta nel vedere nei propri sbagli l’opportunità di migliorare, di crescere sempre di più, opportunità di conoscersi e di porsi nuove sfide.

“La principale e la più grave punizione per chi ha commesso una colpa sta nel sentirsi colpevole”

LUCIO ANNEO SENECA

La ricerca del proprio equilibrio emotivo incontra spesso il più grande ostacolo di tutti i tempi: il senso di colpa!

La parte più importante è focalizzare l’attenzione su ciò che facciamo e non solo su ciò che manca dell’infinita lista di cose da fare ogni giorno, perché altrimenti saremo sempre insoddisfatte, stanche e scontente di noi stesse. Fare il nostro meglio in ogni condizione ma soprattutto, come mi piace dire alle mie clienti ma anche a mio marito, saper aprire e chiudere i cassetti, vivendo il qui e ora, il che significa che se hai litigato a casa, hai preoccupazioni o il tuo bimbo non sta bene, e stai entrando in riunione, saper aprire e chiudere i cassetti ti permette di essere concentrata, produttiva, e soprattutto di non accumulare stress.

La crescita personale, il raggiungimento della tanto desiderata felicità, passano da qui. Dall’accettarci come esseri “perfettamente imperfetti”. Affidandoci anche a un life coach se necessario, ma soprattutto affidandoci a noi stessi. Perdonandoci. Dandoci da soli, ogni tanto, quella pacca sulla spalla di cui spesso abbiamo bisogno.

E chiedendoci ogni giorno: “sto vivendo la vita che voglio”?

E tu: “stai vivendo la vita che vuoi”? Se ti è piaciuto l’articolo lasciami qui un tuo commento e ricordati di partecipare al nostro sondaggio perché La tua opinione conta!

Se non esistesse l’imperfezione non ci sarebbero uomini sulla terra.

ANGELA RANDISI

Elisabetta Mazzeo

Elisabetta, classe 1981. Ogni 18 anni un cambiamento. Prima la Calabria, poi Roma, ora Zurigo. Domani chissà. La mia sfida quotidiana? Riuscire nell’impresa di essere contemporaneamente mamma, moglie, giornalista, scrittrice e ora anche blogger. Ore di sonno: poche. Idee: tante. Entusiasta, curiosa, caparbia, sognatrice. Scrivere è un’esigenza. Una lunga gavetta nei quotidiani e nelle tv locali, poi l'approdo come inviata di Sport Mediaset. Non ho dubbi: il mio è il mestiere più bello del mondo. Una passione prima che un lavoro. Oggi ricopro l'inedito ruolo di vicedirettore a distanza di Retesole, l’emittente che mi ha visto crescere umanamente e professionalmente. Divoro libri e due li ho anche scritti, mi nutro di storie di sport, ma non solo. Scatto e colleziono foto, mi alleno quanto basta per non sentirmi in colpa e in compenso macino chilometri armata di scarpe da ginnastica e passeggino. L'arrivo delle mie due figlie ha rimodulato le priorità della mia vita. E adesso è con loro e per loro che continuo a mettere le mie passioni in campo. #CaparbiamenteSognatrice

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