Guerra al pelo!

Guerra al pelo!

Sono una di quelle che non si è ancora convertita al laser e quindi mensilmente combatte la guerra al pelo con le armi rudimentali del fornellino e delle strisce. Una guerra impari da sempre. Una guerra ingaggiata un’estate e fatta di inverni piovosi e pelosi. 

Perché in fondo è questo che è successo a tutte: a ottobre, ai primi jeans e ai primi collants, lasciavamo che il corpo tornasse allo stato primordiale e cioè quello di un primate. A maggio poi, alla vigilia del primo bagno, tutte in trincea convinte che in un pomeriggio si potesse risolvere quello che il nemico bulbo pilifero aveva creato giorno dopo giorno, mese dopo mese sotto pantaloni e collant 100 denari. 

Quelle della ceretta in casa erano davvero giornate campali con accanto amiche di una vita convinte di poter risolvere la spinosa questione con qualche strappo. Il risultato era una Caporetto. Cera sparsa ovunque, tempo sprecato e peli più robusti di prima perché è vero: cera che non uccide fortifica.

Per fortuna a un certo punto della vita ho deciso di prendere il controllo della situazione e di andare dall’estetista. All’inizio due volte all’anno, poi almeno una volta al mese. All’inizio una tortura, poi pure.

Ma se il dolore l’ho accettato, quello che non sopporto è la conversazione con l’estetista durante quella pratica. Cosa le fa credere che io distesa sul suo lettino cigolante abbia voglia di parlare del mio lavoro o dell’istruzione di sua figlia mentre tengo una gamba in alto e lei si accinge a strapparmi l’inguine insieme a qualche pelo.

Che poi tra gli argomenti preferiti delle estetiste ci sono sempre loro, i peli, e come combatterli. In pratica parliamo di depilazione mentre la stiamo praticando. Come quando a casa mia, a tavola, parliamo di cibo mentre stiamo mangiando. In sostanza meta-depilazione. E tutto questo con un contorno di considerazioni di cui io farei a meno ma che fanno parte della sceneggiatura. 

E: Ma hai usato il rasoio?

I: No, non lo tocco dalla prima media.

E: Hai il pelo molto robusto.

I: Sì, sempre stato così.

E: Eppure sei chiara.

I: Già.

Non l’ho vinta questa guerra, il pelo si spezza ma non si piega alla mia volontà. Non molla e dopo qualche settimana torna. È robusto e fedele. Il pelo migliore del mondo.

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Ivana Figuccio

Sono Ivana, trentabbé anni, siciliana nell'anima e a tavola ma ormai da qualche anno a Milano per amore...del giornalismo. Mangio, bevo e scrivo: spesso simultaneamente. Ma lo faccio anche per lavoro, sia chiaro. Il food&wine è infatti uno dei settori che più si addice alla mia penna e la mia bilancia lo sa bene. Odio correre ma amo guardare gli altri che lo fanno. Non pratico yoga e nemmeno lo yogurt. Lo sport nella mia vita c'è solo per alleggerire i sensi di colpa per i miei peccati di gola. Confesso il mio smodato amore per il cioccolato ma non mi pento. Da buona sicula adoro il mare e il vento di Scirocco. Ma non chiedetemi qual è casa, perché nel mio cuore c'è posto per la sabbia e per la nebbia.

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