Il processo creativo e le neuroscienze

Il processo creativo e le neuroscienze

Ogni atto creativo comporta… una rinnovata innocenza nella nostra percezione,
liberata dalle pressioni del comune pensare.”
Arthur Koestler

Si utilizza spesso il termine “creatività” per descrivere una mente che è capace di pensare in un modo non ordinario. Una mente capace di portare innovazione e unicità in tutto ciò che crea. William James, nel 1890 nei suoi “Principi di psicologia”, afferma che la creatività è “una transizione da un’idea a un’altra, una inedita combinazione di elementi, una acuta capacità associativa e analogica”. Questa definizione vuole trasmettere una prima immagine della creatività, come un pensiero divergente, un “uscire dagli schemi” dell’ordinario, del normale pensiero comune.  

In questo articolo, però, sposteremo il focus su alcuni studi, inerenti alla creatività, effettuati dalle neuroscienze. Possiamo affermare che si sa ancora poco sui meccanismi cerebrali che sono alla base del processo creativo.

Graham Wallas, in The art of Thought del 1926, suddivide il processo creativo in quattro fasi: la preparazione, l’incubazione, l’illuminazione e la produzione e/o verifica.

Creativo

La preparazione è la prima fase del processo creativo e rappresenta il momento in cui l’individuo capta, recepisce, immagazzina informazioni e conoscenze che potrebbero essere necessarie per dare vita all’idea creativa.

La fase dell’incubazione comprende tutti i tentativi inconsci del cervello di una persona di dare unità a ciò che ha appreso.

La fase dell’illuminazione, che avviene nel momento in cui la persona riesce a trovare unità tra i vari elementi, è anche chiamata esperienza “ah-ha”. Archimede, quando ha scoperto la legge di galleggiamento nella vasca da bagno, ha urlato “Eureka!”.

L’ultima fase, quella della verifica, avviene quando l’individuo si accerta dell’utilità della sua idea creativa pubblicando così i risultati finali.

A metà del XIX secolo, Paul Broca, un medico e antropologo francese, dopo numerosi studi, affermò che l’encefalo è suddiviso in moduli. Aree con funzioni ben specifiche. A livello anatomico la struttura che collega i sistemi modulari tra l’emisfero destro e sinistro è il corpo calloso.

Come riportato nell’articolo di Kenneth M. Heilman “Possible Brain Mechanisms of Creativity” in “Archives of clinical neuropsychology” della Oxford Academy, il processo creativo per essere definito tale spesso necessita di una comunicazione tra i moduli.

L’emisfero destro e l’emisfero sinistro catturano ed elaborano forme diverse di informazioni. Ad esempio l’emisfero destro è importante nella cognizione spaziale e nelle immagini spaziali, mentre l’emisfero sinistro media i calcoli matematici. Dunque, il fisico creativo utilizzerà entrambi gli emisferi per elaborare una teoria innovativa.

L’emisfero destro è deputato alle relazioni spaziali e all’attenzione globale, l’emisfero sinistro è deputato invece alla programmazione dei movimenti abili e all’attenzione focalizzata. Dunque, durante la creazione di un dipinto, l’artista utilizzerà entrambi gli emisferi in coordinazione come se fossero uniti da un filo conduttore che rende fisicamente e mentalmente possibile la realizzazione dell’opera d’arte. Anche nel caso di un compositore, deve esserci coordinazione tra i due emisferi cerebrali: l’emisfero destro è importante per l’elaborazione della melodia, mentre il sinistro elabora il ritmo.

La noradrenalina è un neurotrasmettitore fondamentale per il cervello e svolge un ruolo importante nell’eccitazione cerebrale. L’alterazione del livello di noradrenalina può essere la chiave di comprensione della relazione che c’è tra depressione, riposo, relax e creatività.

Una situazione di stress psicologico è correlata a livelli alti di noradrenalina, mentre il relax a livelli più bassi.

Il Remote Associates Test è un test, sviluppato nel 1962 dallo psicologo Sarnoff Mednick, che è utilizzato per determinare il potenziale creativo di un individuo. Il test viene eseguito comunicando al partecipante tre parole comuni come blu, capra, americano, apparentemente non collegate tra di loro. Successivamente viene chiesto di pensare ad una quarta parola, ad esempio formaggio, che sia correlata con le prime tre parole. È stato provato che su alcuni soggetti messi in condizioni di stress psicologico durante l’esecuzione del test, si ha un peggioramento delle loro performance.

E’ la noradrenalina che gioca un ruolo fondamentale nell’alterazione delle attività cerebrali, spostando l’attenzione della persona verso stimoli esterni. Tutto ciò non giova alla realizzazione del processo creativo poiché esso si stimola guardando “dentro” di sé.

Creativo

Sara Di Siena

#IrrefrenabilmenteAriete

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