Regole d’ingaggio

Regole d’ingaggio

Aiutare come missione. Lo studio come mezzo. La Polizia come obiettivo. Laurea in Giurisprudenza e specializzazione. Master in criminologia e pubblicazioni. Una rosa dei venti come direzione. Un tatuaggio, una situazione assurda e un Decreto ministeriale. Regole d’ingaggio, direttive vincolanti e norme non rispettate. Il laser e il dolore. Dedizione e fedeltà. Il comando e la fascia blu. Esclusione e delusione. La Corte Europea dei diritti dell’uomo. Un segno che non c’è più. I vorrei sotto pelle e i non posso nella mente.

In pochi righi, si riassume così la storia paradossale del Commissario Karen Bergami. Trentuno anni, di Bologna con il sogno di diventare un funzionario di Polizia.

“Una storia assurda a tratti grottesca ma carica di sofferenza per chi l’ha vissuta e la sta ancora vivendo” così scrivevo io, nemmeno un anno fa, raccontando quanto stava accadendo a Arianna Virgolino. Ebbene, passano i mesi e una nuova esponente della Polizia di Stato si ritrova in una situazione simile: esclusa a causa di un tatuaggio, (ovviamente) rimosso!

Il decreto ministeriale 198 del 2003 è giusto, è lecito. Chi vuole entrare in Polizia conosce le cosiddette “regole d’ingaggio”, e quindi bisogna rispettare quel decreto e quelle prescrizioni. Io volevo entrare in Polizia e dunque ho rimosso il tatuaggio.

Il suo cammino tortuoso, Karen lo ha effettuato a tappe.

Faccio il Concorso per “funzionario” la prima volta nel 2018. E, forse avendo una visione distorta, credevo che un piccolo tatuaggio sul piede non avrebbe inciso sulla valutazione finale. Ovviamente alle visite mediche mi scartano. Proprio per la presenza di questa “piccola rosa dei venti” fatta a sedici anni. Non mi arrendo. Continuo a studiare ed esce un nuovo bando. Sono consapevole che per me è l’ultima occasione per tentare il Concorso, essendo fissato il limite a trent’anni. Nel frattempo mi dedico anche alle sedute per la rimozione del tatuaggio. In realtà ne bastano tre e il disegno scompare. Però per non rischiare e non incontrare dubbi e perplessità, oltre al laser mi sottopongo anche a sedute con un altro macchinario, affinché non restino cicatrici. E difatti la mia pelle è integra.

L’ultima seduta per la rimozione Karen la esegue circa un mese prima delle visite mediche. Il piede appare un po’ arrossato e si intravede una leggera ombreggiatura da una parte. Nulla di particolare. Il suo corpo sta eliminando l’inchiostro.

In questo modo arriva in Commissione medica.

Alla domanda della Commissione su cosa avessi fatto al piede, io onestamente rispondo di aver rimosso il tatuaggio. Si scatena l’inferno. “Dobbiamo provare il collant.. dobbiamo provare la scarpa… Ah no, no lei non è idonea”.

Karen non è idonea al servizio. A causa del tatuaggio, che non c’è, in zona non coperta dall’uniforme.

Una ragazza che aveva sopportato il mio stesso iter l’anno prima, e che stava in quel momento frequentando il corso da funzionario, mi indirizza da un avvocato che si era interessata al suo caso e l’aveva aiutata.

Iniziamo tutta la procedura amministrativa. Ottengo sempre ragione. Vengo riammessa “con riserva” al Concorso e mi classifico settima su ottanta.

A novembre 2019 mi fanno giurare fedeltà alla Repubblica. Sempre a novembre mi scelgono per rappresentare le donne della Polizia di Stato nel calendario benefico Donna Donna onlus.

regole-d-ingaggio
Regole d’ingaggio
regole-d-ingaggio
regole-d-ingaggio
Regole d’ingaggio

A gennaio 2020 si discute il merito del Tar e a febbraio esce la sentenza che mi dà ragione.

Da quel momento Karen entra a scuola senza la riserva. Da febbraio in poi è a pieno titolo.

Riceve l’idoneità, dalla Scuola Superiore, ai Servizi di Polizia e le consegnano la fascia azzurra, che vuol dire attribuirle funzioni di comando pubbliche. Tutto questo a fine settembre.

Passano otto mesi dalla decisione del Tar, con i termini prorogati dal Covid, e il Viminale fa ricorso.

Il dodici ottobre mi arriva l’appello dell’Avvocatura Generale, con il quale si chiede la riforma della sentenza e che nel contempo io venga immediatamente sospesa dal servizio. Il tredici novembre esce l’ordinanza cautelare che accoglie la richiesta del Ministero di sospensiva. Chiamo immediatamente i miei superiori avvisandoli della situazione che si era creata e la loro risposta è: Bergami non si preoccupi, lei rimanga a scuola finché il dipartimento non dà esecuzione all’ordinanza.

Karen continua a fare esami e a presentarsi in servizio. Con lo stato d’animo a terra e la fierezza per l’uniforme che indossa.

Sei un funzionario e un dipendente pubblico che ha scelto di fare una determinata carriera, quindi fai finta di nulla e continui ad andare avanti.

regole-d-ingaggio
Regole d’ingaggio

Intanto le viene assegnata la materia della tesi professionale, a conclusione del ciclo di formazione per i funzionari. E dopo tre mesi, il ventidue gennaio 2021 arriva il telex: da quel momento Karen non è neanche sospesa, è dimessa. La Polizia di Stato cessa con lei ogni rapporto.

L’undici marzo è il giorno dell’udienza davanti al Consiglio di Stato per il merito. Io nel frattempo cerco in tutti i modi di presentare documentazioni che attestino che già all’epoca delle visite mediche non c’era assolutamente nulla sulla mia pelle. Una consulenza di un medico legale dell’Università di Bologna certifica che non si trattava di tatuaggio e che dunque si era trattato di un errore.

Abbiamo chiesto di fare un ulteriore esame medico in un ospedale militare, scelto dal Consiglio di Stato. Abbiamo chiesto di tutto.

Dal giorno dell’udienza passano ulteriori tre mesi. E l’otto giugno 2021 esce la sentenza del Consiglio di Stato che facendo un copia incolla delle sentenze passate, non tiene conto di molte cose che noi avevamo sollevato.

Dal quel momento io sono a casa definitivamente.

Relazione medico-legale. Regole d’ingaggio

Regole d’ingaggio

Ricapitolando…

Karen Bergami è esclusa dalla Scuola Superiore di Polizia, per un tatuaggio sul dorso di un piede. Un disegno fatto a sedici anni e nel frattempo rimosso. Dopo aver frequentato 16 sui 18 mesi complessivi di corso, è stata spedita a casa.

In questo periodo di covid il mio pensiero va anche ai soldi dei contribuenti. Su come vengono gestiti. Mi mandano via dopo aver speso per me tantissimi soldi. I cittadini italiani mi hanno pagata e alla fine non hanno neanche un funzionario.

Karen esprime, con parole semplici, il senso di una fiducia tradita. Riflessioni logiche e colme di emozione.

Rabbia, stupore, la parte, l’attore. Dottore che sintomi ha la felicità? L’evoluzione, il cielo in prigione. Questa non è un’esercitazione.
Forza e coraggio, la sete e il miraggio
La luna nell’altra metà
.

Mi fido di te – Jovanotti

Oggi tra le possibilità di Karen c’è anche quella di adire la Cedu, la Corte Europea dei diritti dell’uomo.

Bellissima la parità di genere, bellissima la possibilità per uomini e donne di fare la stessa carriera però se un ragazzo vuole entrare in Polizia e ha un tatuaggio sul polpaccio entra tranquillamente e nessuno dice nulla. Invece se quello stesso identico tatuaggio nella medesima posizione, lo ha una donna, siccome nella divisa ordinaria femminile c’è la gonna, quella donna è fuori.

Io non attacco i colleghi che hanno i tatuaggi però se la regola vale per uno deve valere per tutti. E soprattutto io l’ho rimosso. Chi al contrario entra pulito, indossa la divisa e sceglie poi di farsi un tatuaggio, andando contro le normative, perché non viene mandato via?

La ascolto, percepisco l’amarezza di questa ragazza che si è vista strappare via una parte di se stessa.

Mi trovo davanti, di nuovo, a una situazione dai connotati tormentati e incomprensibili.

Ancora una volta la mia voce, parlando con Karen, afferma che “nessuno discute sulla necessità di imporre limiti a disegni e scritte sulla pelle per chi entra a far parte delle forze dell’ordine”.

E nuovamente, allo stesso tempo, mi ascolto mentre aggiungo che “forse però i cittadini preferiscono agenti tatuati, rispettosi delle regole e capaci nelle situazioni più estreme, rispetto a sceriffi non all’altezza che si aggirano per la città senza tatuaggi” o a chi, indossando una divisa, è coinvolto in altre situazioni criminose.

Passano i mesi e continuo a non comprendere cosa stia accadendo e a ripetere le stesse frasi di stupore e disappunto.

E poi, se tu sei un bravo poliziotto a prescindere che tu abbia un tatuaggio, lo sei comunque. Poi per carità la normativa è quella. E io l’avevo rispettata. Si può ragionare sull’illogicità e opportunità nel 2021 di una normativa così limitativa, che addirittura proprio per volontà del Dipartimento è stata ulteriormente ristretta e resa più rigida nel 2019. Però quella è la regola.

Inoltre se l’intento è chiaro, di non ammettere tatuaggi. Né prima e né dopo, come dice il consiglio di Stato. Allora se io e altri li abbiamo tolti e siamo fuori, con chi è dentro ed è tatuato che facciamo? Perché è sotto gli occhi di tutti che ci sono persone ricoperte dal collo in giù che restano in servizio tranquillamente.

Come mi ribadisce più volte Karen, il Consiglio di Stato negli ultimi anni in numerosissime sentenze lo ha ribadito: se non si può avere un tatuaggio all’inizio, a maggior ragione non lo si può avere durante il rapporto di servizio.

Voglio entrare in Polizia, voglio far rispettare agli altri le regole, quindi sicuramente sono io la prima a rispettare norme e direttive. Quello che provoca rabbia e dolore non sono solo i 16 mesi della scuola, ma tutto quello che c’è dietro: lo studio, le rinunce, il concorso, il trasferirsi. Prendi le valigie e parti. Un anno e mezzo lontana da casa. E dall’oggi al domani non servi più. E non ti dai pace, perché non hai commesso un reato. Io non ho mai avuto un richiamo, mai un disciplinare. Nulla.

Provate a immaginare la frustrazione di non potersi opporre a un’ingiustizia. Voler rivoltare il mondo e essere impotenti. Voler urlare senza emettere suoni. E’ questo il senso delle parole di Karen.

Domande a cui non riesce a rispondere.

Sulla pagina della Polizia di Stato su Youtube c’è un video, di quando il mio corso entra nella Scuola. Siamo in borghese, abiti formali, e con le nostre valigie. Io quella mattina avevo indossato un paio di Louboutin con il tailleur. Il cameraman della scuola ha ripreso proprio le mie estremità. Nel video ufficiale compaiono i miei piedi, non la figura intera, che camminano per il corridoio. Se io avessi avuto un tatuaggio l’avrebbero pubblicato o avrebbero utilizzato quell’immagine?

Regole d’ingaggio

A me va bene tutto, hanno deciso così e d’accordo, ma è a monte che qualcosa non va. Ho una profonda amarezza, delusione, si è probabilmente incrinata l’idea della Polizia che avevo. Continuo e continuerò comunque a credere fortemente nel suo valore e rispetterò sempre quei colori, anche per il solo fatto di averli indossati.

Si è laureata in Giurisprudenza, ha capito cosa volevo fare della sua vita e ha studiato solo per quello. Laurea, specializzazione, Master, articoli. Tutto per avere il massimo punteggio ed entrare in Polizia per svolgere al meglio il suo incarico. Non sono bastati l’impegno e la dedizione al Commissario Karen Bergami.

A livello razionale sono cosciente che la strada della Polizia per me si è chiusa l’8 giugno, qualunque cosa succederà in seguito. Non riesco però ad arrendermi e con il mio avvocato vedremo come poter procedere. Ci sono persone, come me, che davanti a un’ingiustizia, proprio perché credevano in quello che facevano, non abbassano la testa e non stanno in silenzio.

La sua commozione esplode, i ricordi e le ferite non passano, non scivolano via.

E’ faticoso. Ho sopportato il dolore del laser nella rimozione del tatuaggio, sono sempre stata puntuale nel fare il mio lavoro. Non so chi mi stia dando la forza nel rimanere lucida. Nell’armadio ho ancora tutto, è un colpo al cuore ogni giorno. Vorrei far comprendere che questo non è un lavoro, è una missione. Stai in realtà facendo ciò che sei. Non è spiegabile a parole, perché razionalmente nessuno farebbe il poliziotto. Rischi la vita, sei sottopagato…

Non è un lavoro, dice Karen. E’ qualcosa che va al di là. Anche della sofferenza e della stessa vita.

Ti amo più della mia stessa pelle

Frida Kahlo

Se l’Amministrazione resta immobile, rischiamo di perdere agenti e funzionari che hanno una visione etica della divisa che indossano. Non si può restare ancora fermi davanti a ingiustizie talmente evidenti.

A me sarebbe piaciuto molto lavorare in campo operativo, quindi avrei scelto le volanti. Rappresentano coloro che stanno più a contatto con il cittadino, che conoscono il territorio e le sue problematiche. Sono loro che hanno il vero rapporto con la cittadinanza, che aiutano realmente le persone.

Questo desiderava Karen, indossando quella fascia blu. E oggi?

Mi rimboccherò le maniche, i titoli non mi mancano e cercherò di trovare una strada quanto più vicina a quella che era il mio sogno. Ho anche l’abilitazione come avvocato, ho studiato una vita perché nella mia testa c’era il pensiero che più specializzazioni avessi, meglio avrei potuto svolgere il mio compito. Adesso mi guarderò intorno.

Cosa non sta funzionando? Cosa ci sta sfuggendo?

E’ evidente che qualcosa non torni.

Non possiamo permetterci di perdere agenti e funzionari preparati, animati da spirito di sacrificio e generosità verso il prossimo.

Mi auguro che Karen possa avere giustizia e che le discriminazioni a causa di un tatuaggio, finalmente nel 2021, possano dirsi archiviate. E soprattutto se regole d’ingaggio ci sono, che siano uguali ed eque per ognuno, poiché al momento non sembra lo siano.

#IrriducibilmenteLibera

SEGUI DISTANTI MA UNITE! Sulle nostre pagine social  Facebook, TwitterInstagram e Telegram. Ti aspettiamo con un ricco calendario.

Sabrina Villa

Per Vasco “Cambiare il mondo è quasi impossibile -Si può cambiare solo se stessi - Sembra poco ma se ci riuscissi - Faresti la rivoluzione” . Ecco, in questo lungo periodo di quarantena, molti di noi hanno dovuto imparare nuovi modi, di stare in casa, di comunicare, di esternare i propri sentimenti. Cambiare noi stessi per modificare quello che ci circonda. Tutto si è fermato, in attesa del pronti via, per riallacciare i fili, lì dove si erano interrotti. I pensieri hanno corso liberamente a sogni e desideri, riflessioni e immagini e, con la mente libera, hanno elaborato anche nuovi modi di esternazione e rappresentazione dell’attualità. Questa è la mia rubrica e io sono Sabrina Villa. Nata a Roma e innamorata della mia città. Sono un'eclettica per definizione: architettura, pittura, teatro, cucina, sport, calcio, libri. Mi appassiona tutto. E' stato così anche nel giornalismo, non c'è ambito che non abbia toccato. Ogni settore ha la sua attrattiva. Mi sono cimentata in tv, radio, carta stampata. Oggi, come al solito, mi occupo di tante cose insieme: eventi, comunicazione, organizzazione. La mente è sempre in un irriducibile movimento.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *