La storia di Cesare

La storia di Cesare

Ho conosciuto la storia di Cesare, grazie alla sua mamma che ha deciso di raccontare la storia di suo figlio dapprima sui social. Poi tramite incontri ed ora anche con un meraviglioso libro fatto di amore, sensibilità e tanto coraggio.

Valentina Mastroianni e suo marito Federico Zambon dopo una diagnosi di neurofibromatosi NF1 per il piccolo Cesare decidono che buttarsi giù non serve a niente…bisogna solo iniziare a vivere guardando la vita da un’altra prospettiva. Sicuramente in un modo diverso da quello che avrebbero pensato quando decidevano di aumentare la famiglia, arrivando a tre figli.

Ma non vuol dire che il risultato non sia lo stesso, ovvero la felicità.

Da tutta questa tragedia hanno saputo ritirarsi su. E quando Cesare poco più che neonato perde la vista, primo danno del tumore, loro decidono che quel bambino lì sarebbe dovuto essere indipendente. Alla faccia di una malattia che lo avrebbe voluto vedere vittima.

Nulla nella vita doveva essere un ostacolo.

Questo libro poteva essere il racconto di vita triste di una famiglia che come tante altre prova a reagire ad una malattia genetica. E invece è attraversato da passaggi emozionanti e a tratti tristi.

Ma La storia di Cesare è soprattutto l’elogio di una famiglia che non vuole apparire perfetta, o far credere che sia tutto facile. Ma sicuramente vuole raccontare di come, rimanendo uniti e cercando la felicità in una focaccia di Genova o nelle passeggiate in bicicletta si possa guardare il mondo con occhi gioiosi anche quando la tua vita è fatta di corse in ospedale, infermieri o piccole cadute.

Sono “caduti” metaforicamente molte volte anche loro, si fanno aiutare da uno psicologo perché spesso da soli non ce la si fa.

Ma è grazie a loro se Cesare ha imparato a guardare il mondo con gli occhi di Valentina e Federico e poi invece è stato che lui ha insegnato a tutta la famiglia che “scegliere a occhi chiusi la felicità” è la cosa più importante.

C’è un episodio che racconta alla perfezione Cesare. Qualche anno fa, aveva già perso la vista, era in giardino con la mamma, inciampa, cade, si rialza e porta con se una foglia che era a terra “corre” dalla mamma e le dice: “ti ho portato un regalo”.

Ecco forse bisognerebbe tornare a guardare quel bicchiere come mezzo pieno e credere che ogni caduta serva a raccogliere un dono da regalare a chi amiamo.

Io questo libro lo consiglio a tutti. Non dobbiamo avere paura di soffrire nel leggere la storia di un bimbo così piccolo che già ha sofferto molto e ancora dovrà lottare tanto. Dobbiamo essere contenti di imparare come si fa ad essere felici anche quando la nostra vita ci riempie di ostacoli. E credetemi Valentina, Federico, Cesare e i suoi fratelli maggiori Alessandro e Teresa lo hanno capito e ne fanno tesoro.

Quindi buona lettura!

#ostinatamenteottimista

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Laura Cardilli

Laureata in Sociologia, indirizzo Comunicazione e Mass media, da sempre mette al centro della sua vita proprio la comunicazione sotto tutti i suoi aspetti. Durante l’università prende il tesserino da giornalista pubblicista collaborando con due giornali romani, per molti anni solo la carta stampata le regala la gioia della professione di giornalista, poi, grazie ad un laboratorio di comunicazione incontra quella che per molti anni è stata la sua grande passione, la radio, per diversi anni ne è stata redattrice e anche speaker. La prima formazione è stata quella sportiva, calcio e tennis soprattutto, ma poi soprattutto attualità è stata autrice anche di alcune sue rubriche. Per molti anni abbandona le scene del giornalismo e lavora per una grande azienda italiana sempre nella comunicazione esterna. All’attivo ha la pubblicazione di un suo libro “L’eterna rincorsa” e la pubblicazione di qualche poesia. Appassionata di social media si definisce un’ironia e sarcastica…non sempre compresa. Dopo un po’ di tempo e tanta mancanza decide di riprendere a scrivere per Distanti ma unite. Il suo hashtag è #ostinatamenteottimista perché sostiene che niente e nessuno potrà farle vedere quel mezzo bicchiere vuoto.

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