Cucinare le emozioni: l’arte nel piatto di Irene Volpe

Cucinare le emozioni: l’arte nel piatto di Irene Volpe

Le emozioni in cucina sono l’ingrediente principale. Il resto è contorno.

Senza le emozioni si sta solo cucinando per sopravvivere. Parola di Irene Volpe, finalista della decima edizione di Masterchef Italia, oggi personal chef e consulente in ristoranti di alto livello.

Una chioma di lunghi capelli con i colori dell’arcobaleno, l’accento romano e un sorriso contagioso che trasmette entusiasmo e voglia di mettersi ai fornelli per creare, più che per cucinare come atto fine a se stesso.

Scrivere un libro per raccontare il suo modo di intendere il cibo e il gusto è stato un passaggio naturale.

Cucinare con le emozioni – Irene Volpe

Il suo “Cucinare le emozioni“, pubblicato da Slow Food nella collana Slowbook, non è un libro di ricette consuete, e nemmeno un manuale di cucina classico.

E‘ la mia storia, mi spiega Irene, raccontata attraverso aneddoti legati agli ingredienti, a idee su come sviscerarli in cucina, ascoltando la propria creatività! Il tutto contornato dai miei sketch.

Motivo per cui con i lettori si crea un rapporto intimo e viscerale. Condivisione di esperimenti culinari e di “emozioni”.

Tra le righe del libro c‘è l’anima più vera di Irene, quella che avevo avuto il piacere di intravedere in occasione dell‘intervista, pubblicata sul nostro magazine, successiva alla finale del programma televisivo di cui è stata protagonista nel 2021. Un’esperienza che l’aveva cambiata profondamente e aiutata nel suo percorso di vita contro i disturbi alimentari.

Masterchef è stata un’esperienza che mi ha aiutato a credere di più in me stessa e a seguire l’istinto, racconta Irene, cosa che per una persona iper controllante come me è difficilissima. Tutt’ora ci sto lavorando.

Una laurea in design, la passione per l’arte, paladina di sostenibilità e inclusione. Nella cucina (e nel libro) di Irene confluiscono tutti questi ingredienti:

un mio professore mi ha dato modo di vedere che anche se nella vita si cambia mestiere, nulla è scollegato. Le esperienze si susseguono le une con le altre con lo stesso filo conduttore. Dopo averlo capito, il problema era comunicarlo agli altri. Per me arte e cucina sono sempre state collegate da anni a questa parte, ma sento di essere riuscita solo con questo libro ad iniziare finalmente a comunicarlo alle altre persone. Ancora c’è molto da fare a riguardo, ma credo di essere sulla buona strada. In fin dei conti, sono tutte e due forme di espressione che mi appartengono.

La cucina come specchio delle emozioni. 

Tra ricordi richiamati da gusti e profumi, delusioni e difficoltà che trovano rimedio tra i fornelli, gioie e benessere che si sublimano in un piatto, il percorso di Irene è un po’ quello di tutti noi.

Alla sua prima esperienza editoriale, la chef sceglie di non presentare uno sterile elenco di ricette da eseguire, rivelando piuttosto un testo che è una costante fonte di curiosità. L’obiettivo di Irene, non a caso, è stuzzicare la fantasia di chi legge, incuriosirlo nei confronti di un ingrediente particolare, per poi convincerlo a mettersi alla prova cuocendo o trasformando questo o quel vegetale in mille modi diversi.

Ci sono volutamente poche ricette perché non mi piace precludere in rigide prescrizioni i lettori, che poi si ritrovano con due giorni in meno e non cucinano più quel piatto. Voglio dare strumenti di base per padroneggiare gli ingredienti e le tecniche, ovviamente seguendo le proprie emozioni. Tecnica “spiegata facile” ma con estrema precisione. Qualche ricetta c’è, ma è sempre ben accompagnata da eventuali variazioni e da racconti che permettono di interpretarla come meglio si crede!

Ph Federico Pezzetta/@coffeeandlucas

Assaggiate i sapori, ascoltate la loro “melodia”, aggiungeteli alla vostra bacheca dei gusti, oppure aggiornate i tasselli già presenti. Non smettete di cercare nuovi stimoli, non solo per il palato, e dunque in cucina, ma in ogni cosa che fate, anche se non è vostra abitudine. Seguite le vostre passioni, quelle che sentite nella pancia e sognate nella mente; quelle che, quando le alimentate, danno senso alla vostra presenza in questo mondo. Sentite il vostro corpo e non giudicatevi; accettatevi come il dolce accetta l’amaro; come la castagna accetta il cavolo nero e l’olio extravergine intenso e piccante.

Irene volpe


Le emozioni trasformate in gusto. Sostenibile anche e soprattutto per l’anima.

Mia nonna mi ha insegnato a dare amore attraverso la cucina; dunque amore. E questo è quello che provo quando inizio a preparare un piatto per qualcun altro.

Il cibo è forma di comunicazione. Può essere persino strumento di rinascita. Un rifugio per le difficoltà e un laboratorio per il benessere

Per Irene lo è stato. 

Tutti possiamo cucinare, esprimerci e sentirci vivi, purché diamo ascolto alle nostre emozioni!

Cucinare le emozioni invita a mettersi in gioco, ai fornelli come nella vita, e a non darsi mai per vinti.

L’arte di vivere. Attraverso il cibo. 

#CaparbiamenteSognatrice

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Elisabetta Mazzeo

Elisabetta, classe 1981. Ogni 18 anni un cambiamento. Prima la Calabria, poi Roma, ora Zurigo. Domani chissà. La mia sfida quotidiana? Riuscire nell’impresa di essere contemporaneamente mamma, moglie, giornalista, scrittrice e ora anche blogger. Ore di sonno: poche. Idee: tante. Entusiasta, curiosa, caparbia, sognatrice. Scrivere è un’esigenza. Una lunga gavetta nei quotidiani e nelle tv locali, poi l'approdo come inviata di Sport Mediaset. Non ho dubbi: il mio è il mestiere più bello del mondo. Una passione prima che un lavoro. Oggi ricopro l'inedito ruolo di vicedirettore a distanza di Retesole, l’emittente che mi ha visto crescere umanamente e professionalmente. Divoro libri e due li ho anche scritti, mi nutro di storie di sport, ma non solo. Scatto e colleziono foto, mi alleno quanto basta per non sentirmi in colpa e in compenso macino chilometri armata di scarpe da ginnastica e passeggino. L'arrivo delle mie due figlie ha rimodulato le priorità della mia vita. E adesso è con loro e per loro che continuo a mettere le mie passioni in campo. #CaparbiamenteSognatrice

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