Torino, tra ombre e luci: la città magica d’Italia

Torino, tra ombre e luci: la città magica d’Italia

Quante volte abbiamo sentito dire “Torino tra ombre e luci”? E quante volte l’abbiamo sentita definire “la città magica”?

Torino, città ricca di storia e tradizioni, porta con sé un importante bagaglio di mistero. È infatti parte di due triangoli esoterici: quello della magia bianca, insieme a Praga e Lione, e quello della magia nera, con Londra e San Francisco. Il punto di intersezione tra questi due triangoli si troverebbe proprio nel capoluogo piemontese.

Torino, magia, luci e ombre

Ma al di là di queste affascinanti teorie, com’è nata la fama di Torino come “città del diavolo”?
Tutto comincia negli anni Settanta, quando la stampa iniziò a diffondere articoli su presunte congreghe sataniche, riti oscuri e leggende che da secoli circondano la città.

A rafforzare questa aura misteriosa, ci sono luoghi come Palazzo Trucchi di Levaldigi, teatro di omicidi in circostanze mai chiarite, oppure la Vallis Occisorum — oggi quartiere Valdocco — che un tempo ospitava le esecuzioni capitali.

L’architettura della città, i simboli scolpiti nei monumenti e persino la pianta urbana sembrano riflettere un disegno preciso, esoterico e massonico. Non a caso, nel corso del tempo, molti studiosi dell’occulto si sono interessati a Torino, considerandola un autentico laboratorio di energie sottili.

Secondo questa lettura simbolica, Torino si divide tra “zone di luce” e “zone d’ombra”.
Il fulcro della Torino “bianca” sarebbe Piazza Castello, situata tra la Piazzetta Reale, i Giardini Reali e la Fontana dei Tritoni. Si dice che lo spazio tra le due statue equestri di Castore e Polluce rappresenti il confine tra le due anime della città e che proprio da lì si diramino dodici linee immaginarie che suddividono Torino in altrettanti settori energetici.

La controparte oscura è Piazza Statuto, eretta sull’antica Vallis Occisorum, la “valle degli uccisi”. In questa zona sorgeva un tempo un cimitero, e poco lontano si trova la Porta Decumana, che nella simbologia romana rappresentava il passaggio verso l’oltretomba.

A rafforzare il legame tra Torino e il mondo dell’occulto, ci sono anche figure storiche legate all’esoterismo, come Nostradamus, che avrebbe soggiornato presso Cascina Morozzo, dove ancora oggi una lapide recita:
«Nostradamus ha alloggiato qui, dove c’è il paradiso, l’inferno e il purgatorio. Io mi chiamo la Vittoria. Chi mi onora avrà la gloria, chi mi disprezza avrà la completa rovina.»

Anche i Savoia sono noti per il loro interesse verso la magia e le scienze occulte. Tra la fine degli anni Sessanta e l’inizio degli anni Settanta, la Chiesa di Satana rilevò in città una presenza crescente di adepti, messi in contatto con Claude Seignolle, scrittore e ricercatore dell’occulto.

Ma è soprattutto grazie a Giuditta Dembech e al suo libro “Torino città magica” del 1978 che Torino ha consolidato la propria immagine di capitale dell’esoterismo.

Oggi Torino rimane una delle città più affascinanti d’Italia, e questo alone di mistero la rende una meta perfetta per visite guidate e tour tematici.
Guardarla “tra ombre e luci” significa arricchire il proprio bagaglio culturale con una prospettiva diversa, fatta di simboli, leggende e storia non scritta.

#ostinatamenteottimista

SEGUI DISTANTI MA UNITE! Sulle nostre pagine social: Facebook, TwitterInstagram e Telegram. Iscriviti alla nostra newsletter. E partecipa al nostro sondaggio perché La tua opinione conta

Laura Cardilli

Laureata in Sociologia, indirizzo Comunicazione e Mass media, da sempre mette al centro della sua vita proprio la comunicazione sotto tutti i suoi aspetti. Durante l’università prende il tesserino da giornalista pubblicista collaborando con due giornali romani, per molti anni solo la carta stampata le regala la gioia della professione di giornalista, poi, grazie ad un laboratorio di comunicazione incontra quella che per molti anni è stata la sua grande passione, la radio, per diversi anni ne è stata redattrice e anche speaker. La prima formazione è stata quella sportiva, calcio e tennis soprattutto, ma poi soprattutto attualità è stata autrice anche di alcune sue rubriche. Per molti anni abbandona le scene del giornalismo e lavora per una grande azienda italiana sempre nella comunicazione esterna. All’attivo ha la pubblicazione di un suo libro “L’eterna rincorsa” e la pubblicazione di qualche poesia. Appassionata di social media si definisce un’ironia e sarcastica…non sempre compresa. Dopo un po’ di tempo e tanta mancanza decide di riprendere a scrivere per Distanti ma unite. Il suo hashtag è #ostinatamenteottimista perché sostiene che niente e nessuno potrà farle vedere quel mezzo bicchiere vuoto.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *