La vita fuorisede di Mena

La vita fuorisede di Mena

Dalla Campania a Milano

Mena Di Lorenzo
Mena Di Lorenzo

“Non mi interessa come si vive a Milano, avrà anche molto da offrire ma è troppo lontana da casa”. E’ questo, quello che continuavo a ripetermi. Ad un certo punto, però, le mie priorità sono cambiate.

Mi sono trasferita a Milano per cogliere un’opportunità lavorativa complice il fatto che il mio fidanzato fosse già qui.

Il primo impatto è stato “ambiguo”.

Da un lato ostile, la mancanza della mia terra e l’abitudine al calore della gente faceva sì che io la vivessi con un certo distacco ma dall’altro sorprendente, ero affascinata dalla città in senso stretto, dal Duomo al quartiere Brera, da Castello sforzesco alle vie dello shopping, ammirandone la vitalità e quel senso di maestosità.

Sfido chiunque a negare che Milano sia la città delle opportunità per eccellenza. Qui ho potuto mettermi in gioco, tuffandomi in un campo nuovo, crescere ed imparare.

Nonostante luoghi comuni vogliano che non sia una città che faciliti i rapporti sociali, io qui ci ho trovato una famiglia. Colleghe ma soprattutto amiche grazie alle quali ambientarmi è stato molto più semplice, complice la più famosa abitudine milanese: l’aperitivo. Un must post-ufficio!

E che dire del cibo giapponese? Se solo me l’avessero chiesto lo scorso anno, avrei risposto: è follia! Non lo mangerò mai. Invece, a distanza di un anno, eccomi qui ad apprezzare quanto questa città mi abbia cambiata e spogliata dei miei pregiudizi.

Nonostante ciò, chi mi conosce sa, appena posso torno a casa.

Ho la fortuna di avere una grande famiglia unita e l’abitudine di condividere ogni piccolo momento quotidiano con nonni, cugini e nipoti. Mi mancano gli abbracci di mamma, lo sguardo complice di mio padre, le frittelle calde di nonna, il tifo di nonno quando guarda giocare il Napoli.

La mia famiglia è sempre stata il centro di tutto.

Quando mi chiedono se Milano sia la città del mio futuro, ripenso ad una frase di una psicologa pugliese: “Ho due cuori, uno del nord, l’altro terrone”.

Ma quello terrone batte più forte per cui sì, tornerò! Portando con me un bellissimo ricordo.

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