Sua maestà la bistecca conquista la Calabria

Sua maestà la bistecca conquista la Calabria

Cosa succede ad una bistecca in visita di piacere in Calabria?

L’argomento in questione fa letteralmente gola.

La fiorentina di chianina Dop potrebbe essere l’unica proteina capace di rivoluzionare il Dna calabro, costituito prevalentemente da monomeri di pregiati salumi e rinomati insaccati. Per personalità e carattere, infatti, la regina della brace è riuscita a conquistare il cuore impavido dei cosentini e ad affermarsi nell’ambito della cucina locale.

D’altronde dire di no alla rinomata bistecca, fiore all’occhiello della tradizione culinaria italiana, è un po’ come rinnegare la patria. E a questo punto più che una faccenda di cromosomi la questione può considerarsi di carattere istituzionale.

Spodestare la soppressata? Mai.

L’idea è per lo più quella di riconoscersi in una “famiglia allargata” del gusto che sappia accogliere la prestigiosa e succulenta carne bovina di razza chianina certificata. Dopotutto il cibo è contaminazione. È bene precisare che questo non costituisce un pericolo per la propria identità, semmai implica un rafforzamento della stessa; infatti, non può esistere identità senza alterità.

Per quanto concerne la robusta fetta di chianina le curiosità non finiscono qui. A Cosenza, il “non plus ultra” per gli irriducibili amanti della carne è servito con “i guanti di seta” in un raffinato ristorante gourmet situato nel cuore della città. Gli chef del locale, gestito dal giovane imprenditore Claudio Giannini, maneggiano a regola d’arte i succulenti e vellutati tessuti della famiglia del vitellone bianco dell’Appennino centrale, tra arredi ricercati e spazi curati nei minimi dettagli.

La carne dal colore rosato, frollata al punto giusto e ricoperta, secondo il vademecum, da un sottile strato di grasso bianco lievemente ambrato, non delude gli esperti e seduce anche i fedelissimi della tradizione.

Perciò se qualcuno dovesse ribattezzarla affettuosamente “chianinella” (in rima baciata con “calabrisella”) non sarebbe certo una sorpresa.

Accontentare tutti, si sa, è un’impresa difficile, ma tra chi la vuole cruda e chi la vuole cotta in questo caso la risposta corretta è senza dubbio “al sangue”. Perché? La frollatura della carne, la razza dell’animale, l’altezza del taglio e la cottura hanno dei parametri ferrei, delle regole precise, se si vuole ottenere un ottimo risultato.

Un’eccellenza della gastronomia di 1,2 kg necessita poi di essere accompagnata da partners all’altezza. Qualcuno direbbe: “A volte basta un complice e tutto è un po’ più semplice”. E così entra in gioco la carta dei vini. Una vastissima selezione per creare, con l’ausilio di un sommelier di terzo livello, abbinamenti perfetti. Non mancano le “bollicine” per sondare con un tocco di classe in più i terreni inesplorati del gusto.

Bistecca in Calabria

I piatti del bistrot raccontano storie, popoli, culture, attraverso prodotti di altissima qualità che mandano in fibrillazione le papille gustative. Basti pensare al tartufo nero, che nasce all’ombra degli arbusti del Parco Nazionale del Pollino, o alla ’nduja di Spilinga. Eccellenze calabresi riconosciute in tutto il mondo.

Tradizione e innovazione, dunque, si uniscono in uno straordinario connubio di eleganza e piacere, tipicità e continua ricerca. Difatti, il cibo è un ponte verso se stessi e verso l’altro. Unisce le persone e  abbatte ogni barriera.

In conclusione viva la Calabria e viva la fiorentina di chianina Dop unite in un matrimonio forse inconsueto ma perfetto, capace di infiammare gli animi più del peperoncino piccante.

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