A non guardare Mare Fuori sono rimasto solo io!

A non guardare Mare Fuori sono rimasto solo io!

C’è una frase che leggo spesso sui social ultimamente. A non guardare Mare Fuori sono rimasto solo io! Come se fosse una medaglia da appuntare al petto. Come una bandiera da sventolare. Un vanto da ostentare.

Purtroppo, me ne rendo conto, gossip, immagini, video, etc, che spopolano in rete stanno giocando a sfavore della reputazione della serie Rai. E ne sta uscendo fuori probabilmente una comunicazione errata che porta chi afferma con orgoglio di non averla mai vista, anche in dovere di aggiungere e sentenziare, sottolineo senza averla vista, che Mare Fuori sia una serie violenta, che porti i ragazzi sulla cattiva strada, generi l’idea che il crimine sia bello, istighi a delinquere, e via così. Arrivando perfino a porre il problema della lingua, che risulterebbe incomprensibile per alcuni!

Non è questa una recensione e di fatto non vuole esserlo, c’è spazio su DmU per le recensioni. La mia è una semplice riflessione. 

Perché, a me che l’ho vista, appare chiaro che il messaggio inviato sia tutto tranne che negativo.

Si ripete, quasi fino allo sfinimento, che solo l’amore può salvare.

Molte delle storie non finiscono bene per quei ragazzi. Tranne alcuni casi le loro cattive scelte le pagano a caro prezzo. 

È una serie centrata sul riscatto. Sul bisogno di lavorare molto con i ragazzi che finiscono dietro le sbarre, a volte per aver commesso errori, altre volte per decisioni di vita e famiglia.

È un invito alle Istituzioni a fare di più, per chi è in carcere e potrebbe avere tutta una vita di riscatto davanti.

È un linguaggio di sentimenti ed emozioni. Forti, potenti. Come il mare.

È speranza.

Non preoccuparti, ragazzo, c’è il mare fuori
Dietro le sbarre, sotto il cielo c’è il mare fuori

Ecco Mare Fuori è questo e molto di più.

Non è certo le scene d’isteria collettiva verso gli attori.

Non è le storie di violenza e nemmeno una soap opera sentimentale.

E non è neppure la serie che da subito ha fatto numeri pazzeschi.

Perché all’inizio ad apprezzarla eravamo pochi.

E’ apparsa da subito un prodotto talmente fuori dagli schemi, intenso, a tratti poetico e gentile.

Da far strabuzzare gli occhi.

Ecco Mare Fuori è tanta roba, come si suol dire. E rivendicare il non averla vista non fa fighi.

Non depone a favore.

Sia chiaro nemmeno a sfavore.

Capita a tutti di non vedere un film o una serie. Personalmente, ci sono prodotti cinematografici e televisivi che non ho visto, semplicemente perché non mi attirano, tutto qui. Di certo però non cerco applausi perché non li ho guardati.

mare-fuori
mare fuori

La domanda sorge spontanea. Se Mare Fuori non è come i detrattori, che non l’hanno mai guardata, dicono che sia. Perché allora questa voglia di urlare al mondo di non averla vista?

Essere contro ad ogni costo non è di certo segno di intelligenza.

E in questa ricerca di protagonismo qualcosa non torna e stona pure parecchio.

Consigli spassionati.

Se si vuole parlare male di qualcosa, prima meglio conoscerla. In questo caso specifico guardare Mare Fuori dalla prima all’ultima puntata, dalla prima alla terza stagione.

E non ergersi a supereroi dichiarando di non aver visto ciò di cui tutti parlano. 

I supereroi sono ben altra cosa! 

Pensa, prima di parlare pensa. E anche prima di scrivere.

Liberiamoli i cervelli, dalla prigione del dover dire per forza qualcosa.

#IrriducibilmenteLibera

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Sabrina Villa

Per Vasco “Cambiare il mondo è quasi impossibile -Si può cambiare solo se stessi - Sembra poco ma se ci riuscissi - Faresti la rivoluzione” . Ecco, in questo lungo periodo di quarantena, molti di noi hanno dovuto imparare nuovi modi, di stare in casa, di comunicare, di esternare i propri sentimenti. Cambiare noi stessi per modificare quello che ci circonda. Tutto si è fermato, in attesa del pronti via, per riallacciare i fili, lì dove si erano interrotti. I pensieri hanno corso liberamente a sogni e desideri, riflessioni e immagini e, con la mente libera, hanno elaborato anche nuovi modi di esternazione e rappresentazione dell’attualità. Questa è la mia rubrica e io sono Sabrina Villa. Nata a Roma e innamorata della mia città. Sono un'eclettica per definizione: architettura, pittura, teatro, cucina, sport, calcio, libri. Mi appassiona tutto. E' stato così anche nel giornalismo, non c'è ambito che non abbia toccato. Ogni settore ha la sua attrattiva. Mi sono cimentata in tv, radio, carta stampata. Oggi, come al solito, mi occupo di tante cose insieme: eventi, comunicazione, organizzazione. La mente è sempre in un irriducibile movimento.

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