L’UNESCO e i beni patrimonio mondiale

L’UNESCO e i beni patrimonio mondiale

L’Unesco e i beni patrimonio mondiale sono di tutti. E ormai siamo abbastanza abituati a sentirne parlare. Ma realmente: quali sono i beni del Patrimonio Unesco?

Anche noi ne abbiamo parlato spesso, e abbiamo imparato che non solo Patrimonio dell’UNESCO possono essere dei beni materiali, monumenti, montagne, paesaggi, ma anche beni immateriali, la dieta mediterranea, il canto dei tenori sardi o le feste storiche.

Insomma, l’Unesco ha il desiderio di valorizzare e tutelare tutto ciò che fa cultura nei Paesi.

Ma ce lo siamo mai chiesto come nasce l’idea di tutelare la bellezza?Perché diciamocelo, di questo si tratta: salvaguardare la bellezza.

Iniziamo con il dire cosa è l’Unesco, ovvero, Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Educazione, la Scienza e la Cultura. È l’agenzia delle Nazioni Unite che contribuisce alla costruzione della pace attraverso la cooperazione internazionale in materia di istruzione, scienza e cultura.

L’identificazione, la protezione, la tutela e la trasmissione alle generazioni future del patrimonio culturale e naturale di tutto il mondo rientrano tra le missioni principali dell’UNESCO.

E’ il 1972 quando il direttivo dell’UNESCO decide che alcuni beni, che danno lustro ad un Paese debbano essere preservati e si istituisce un comitato per valutare le candidature che arrivano.

Quindi si decide che per essere annoverati come patrimonio culturale debbano avere i seguenti requisiti:

  1. Monumenti. Opere architettoniche, plastiche o pittoriche monumentali, elementi o strutture di carattere archeologico. Iscrizioni, grotte e gruppi di elementi di valore universale eccezionale dall’aspetto storico, artistico o scientifico,
  2. Agglomerati. Gruppi di costruzioni isolate o riunite che, per la loro architettura, unità o integrazione nel paesaggio hanno valore universale eccezionale dall’aspetto storico, artistico o scientifico,
  3. Siti. Opere dell’uomo o opere coniugate dell’uomo e della natura, come anche le zone, compresi i siti archeologici, di valore universale eccezionale dall’aspetto storico ed estetico, etnologico o antropologico.

Mentre per il patrimonio naturale:

  1. I monumenti naturali costituiti da formazioni fisiche e biologiche o da gruppi di tali formazioni di valore universale eccezionale dall’aspetto estetico o scientifico.
  2. Le formazioni geologiche e fisiografiche e le zone strettamente delimitate costituenti l’habitat di specie animali e vegetali minacciate, di valore universale eccezionale dall’aspetto scientifico o conservativo.
  3. I siti naturali o le zone naturali strettamente delimitate di valore universale eccezionale dall’aspetto scientifico, conservativo o estetico naturale.

E poi dal 1992 ci sono le linee guida operative per l’attuazione della Convenzione definiscono come Patrimonio misto (culturale e naturale) i beni che corrispondono in parte o in tutto a entrambe le definizioni di patrimonio culturale e naturale.

  1. Paesaggi che rappresentano “creazioni congiunte dell’uomo e della natura”, così come definiti all’articolo 1 della Convenzione, e che illustrano l’evoluzione di una società e del suo insediamento nel tempo sotto l’influenza di costrizioni e/o opportunità presentate, all’interno e all’esterno, dall’ambiente naturale e da spinte culturali, economiche e sociali. La loro protezione può contribuire alle tecniche moderne di uso sostenibile del territorio e al mantenimento della diversità biologica

L’Italia è il Paese che in assoluto ha più siti riconosciuti come Patrimonio Mondiale dell’UNESCO. Sicuramente siamo aiutati da tutto ciò che ci ha lasciato la nostra storia e la nostra natura. Ma quando poi vengono inseriti anche beni immateriali come: l’opera dei Pupi Siciliani, Il canto a tenore sardo, il liutaio di Cremona, la dieta mediterranea, la festa delle grandi macchine a Spalla o l’arte del pizzaiuolo napoletano, dobbiamo prendere coscienza che l’Italia è probabilmente il Paese con più storia, cultura e natura da visitare, ma soprattutto da tutelare.

Quindi direi che dovremmo approfittare del periodo vacanziero per poter aggiungere qualche weekend per visitare i nostri luoghi Patrimonio Unesco.

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#ostinatamenteottimista

Laura Cardilli

Laureata in Sociologia, indirizzo Comunicazione e Mass media, da sempre mette al centro della sua vita proprio la comunicazione sotto tutti i suoi aspetti. Durante l’università prende il tesserino da giornalista pubblicista collaborando con due giornali romani, per molti anni solo la carta stampata le regala la gioia della professione di giornalista, poi, grazie ad un laboratorio di comunicazione incontra quella che per molti anni è stata la sua grande passione, la radio, per diversi anni ne è stata redattrice e anche speaker. La prima formazione è stata quella sportiva, calcio e tennis soprattutto, ma poi soprattutto attualità è stata autrice anche di alcune sue rubriche. Per molti anni abbandona le scene del giornalismo e lavora per una grande azienda italiana sempre nella comunicazione esterna. All’attivo ha la pubblicazione di un suo libro “L’eterna rincorsa” e la pubblicazione di qualche poesia. Appassionata di social media si definisce un’ironia e sarcastica…non sempre compresa. Dopo un po’ di tempo e tanta mancanza decide di riprendere a scrivere per Distanti ma unite. Il suo hashtag è #ostinatamenteottimista perché sostiene che niente e nessuno potrà farle vedere quel mezzo bicchiere vuoto.

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