Gaia: il mito della Terra che genera la vita e ci parla di sostenibilità ambientale

Gaia: il mito della Terra che genera la vita e ci parla di sostenibilità ambientale

Tra le molte parole che gli antichi greci avevano per dire “terra”, il nome Gaia evoca immediatamente il mito e i racconti sulle origini del mondo.

Ce ne parla il poeta Esiodo nella sua Teogonia: all’origine dell’universo c’era solo Chaos, un abisso di tenebre, in cui nulla aveva forma: proprio da questo vuoto primordiale emerse Gaia, offrendo finalmente un terreno solido su cui camminare e una casa sicura a tutti i suoi futuri abitanti.

Se Chaos è pura potenzialità, il luogo dell’indefinito, Gaia è l’atto stesso che dà forma al mondo. Per gli antichi Gaia è una potenza generatrice, è come se tutto ciò a cui dà origine si trovasse già originariamente dentro di lei, infatti partorisce i suoi figli senza aver bisogno di nessun altro a cui unirsi. Non è solo la terra che calpestiamo, ma un vero e proprio principio creatore, una forza attiva che dona la vita.

Il conflitto primordiale

Gaia è in grado di generare tutto, persino il suo opposto. Il primo dei suoi figli è Urano, il Cielo. Dopo la sua creazione, Gaia e Urano si uniscono per dar vita a numerosi figli, i Titani, le forze mitiche che precederanno gli dèi olimpici. Ma Urano ricopre Gaia sempre e completamente, non lascia nemmeno che tra di loro si insinui lo spazio per permettere ai loro figli di uscire dal grembo della madre. Si serve di lei e del suo potere generatore, la soffoca e la domina, privandola di quella libertà che l’aveva sempre caratterizzata.

Simbolismo del conflitto tra Gaia e Urano

Gaia e Urano, quindi, rappresentano la prima coppia di opposti e questo conflitto primordiale va ben oltre il racconto mitico, ma è carico di un simbolismo che ci riguarda da vicino. Urano è il cielo stellato, non solo quello a cui hanno guardato i poeti, ma soprattutto lo spazio che l’uomo ha sempre voluto conquistare attraverso la scienza e le tecniche ad essa collegate. Pensiamo a Dedalo con le sue ali, a Leonardo e alle sue macchine volanti, a Galileo, che ha passato la vita a scrutare i segreti del cosmo, fino alle nostre conquiste spaziali. E per puntare al cielo abbiamo spesso sfruttato la Terra, trattata non più come forza autonoma ma come serbatoio di risorse. Per noi, Gaia non è più una forza attiva e autonoma, ma un’entità passiva, da cui prendere senza chiedere il permesso e senza dare nulla in cambio.

Il ritorno di Gaia

È a questa sfera simbolica che, in anni molto più recenti di Esiodo, sono tornati a guardare autori come James Lovelock e Bruno Latour. Da campi di studio molto diversi – scienza e filosofia – entrambi hanno riproposto l’immagine di un ecosistema terrestre dalle caratteristiche molto simili a quelle di Gaia.

Negli anni ’70 Lovelock, con la sua “ipotesi Gaia”, ha descritto la Terra come un grande organismo in grado di autoregolarsi attraverso l’attività di tutte le sue parti. In anni più recenti Latour ha ripreso questa intuizione ne La sfida di Gaia, ponendo l’accento su un aspetto di Gaia già centrale nel mito antico. Ha evidenziato infatti come il “sistema-Terra” sia dotato di una propria “agency”, la capacità di agire e influenzare tutto ciò con cui entra in contatto.

Natura e cultura: una frattura da ricomporre

Si tratta di un concetto cruciale. Come ha spiegato l’antropologo francese Philippe Descola, il nostro rapporto con il Pianeta si è giocato per sull’opposizione tra i concetti di natura e cultura, finiti per rappresentare due vere polarità, come Gaia e Urano. Diversamente dalle prime civiltà umane e da alcuni popoli che ancora vivono sulla Terra, noi abitanti di quello che Descola ha chiamato “l’Occidente moderno” tendiamo infatti a pensare la natura come passiva, oggettivabile, qualcosa che la scienza e la tecnica possono studiare e quindi dominare adattandola ai nostri bisogni.

Ma forse, sembrano suggerirci autori come Lovelock e Latour, di fronte allo scenario attuale è tempo di riprendere in considerazione l’immaginario degli antichi e provare a pensare al nostro Pianeta come alla Gaia del mito: una forza autonoma, capace di garantire l’interconnessione di tutte le sue creature, oltre che di agire e influenzare ciò che la circonda.

La vendetta di Gaia

Di conseguenza, dovrebbe cambiare anche il nostro modo di intendere il nostro ruolo in questo sistema interconnesso: non più novelli Adamo che nominano e controllano la natura, ma semplici terrestri, al pari degli altri abitanti di Gaia.

Attenzione, però: nel mito, Gaia sa essere anche vendicativa e ribellarsi a chi la vuole solo dominare. Stanca dell’oppressione di Urano, si allea con il figlio Crono per punirlo e riconquistare la propria libertà. Gaia può tollerare di essere dominata solo per un tempo limitato, prima di tornare a manifestare tutta la sua potenza, anche a danno di chi ha provato a controllarla appropriandosi delle sue risorse. Arrivando all’attuale crisi ambientale, forse anche la Terra sta reagendo al nostro tentativo di soggiogarla, con eventi metereologici devastanti, ecosistemi che collassano e cambiamenti climatici estremi. Potremmo dire allora che la sfida che abbiamo di fronte sia prima di tutto culturale: riconoscere l’agency di Gaia significa accettare che la Terra non è una madre paziente disposta a tutto pur di nutrire i propri figli, ma una forza attiva che può scegliere di reagire a un dominio tanto illecito quanto potenzialmente distruttivo.

Una voce dal passato per il futuro

Ancora una volta, il mito antico mostra la sua capacità di parlarci con una voce incredibilmente contemporanea. Nell’epoca dell’Antropocene, in cui gli effetti dell’azione umana sul Pianeta sono ormai irreversibili, riscoprire Gaia non è solo un esercizio intellettuale nostalgico ma una necessità urgente. Come sapevano bene gli antichi greci, infatti, ignorare la potenza degli dèi e delle forze ancestrali può portare a conseguenze catastrofiche.

Gaia non ci chiede di tornare a un rapporto idilliaco con la natura, ma di riconoscere una verità scomoda: siamo parte di un sistema complesso che ha una propria volontà e capacità di azione. Sta provando a chiederci di non pensare a lei come uno sfondo passivo per le nostre vicende umane, ma un attore protagonista che oggi, più che mai, sta reclamando il proprio ruolo sulla scena del mondo.

Silvia Mazzucco

Foto di copertina da: https://galateavaglio.com/2022/08/29/gea-o-gaia-la-dea-madre-assoluta/

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