Si scrive anoressia, si legge “fame d’amore”

Si scrive anoressia, si legge “fame d’amore”

L’anoressia è una fame d’amore. Una richiesta d’aiuto urlata in silenzio.

È una malattia dell’amore, del desiderio, della mancanza. Il
rifiuto del cibo è il simbolo, e il sintomo,
del rifiuto del mondo esterno e del concentrarsi solo su di sé; contemporaneamente è una richiesta di aiuto, di
amore.

tratto da “Amoressia” di Massimo Recalcati

Margot Ovani è una donna bellissima. Elegante e raffinata. Una personalità riservata. Un cuore grande. Un’anima profonda e delicata in un fisico statuario, da modella.

Ha scelto di raccontarsi senza filtri perché, mi confida, spero che le mie parole siano d’aiuto e d’esempio ad altre ragazze. Affinché capiscano che non tutto quel che luccica è oro!

L’anoressia è una sorta di patema d’amore

Massimo Recalcati

Ho capito di soffrire di anoressia seriamente quando più dimagrivo e più mi vedevo bella. Quando contavo le costole ed ero felice. Quando sono arrivata a sentirmi in colpa anche solo per il fatto di aver mangiato una mela. 

La naturalezza delle sue parole tocca le corde più intime di ognuno di noi. Non ci sono mezze verità. C’è la realtà, nuda e cruda. L’accettazione del proprio buio. Una testimonianza che diventa faro di speranza per chi ancora non vede la luce in fondo al tunnel.

Il suo racconto dimostra quanto successo, visibilità, carriera, followers e bellezza esteriore non facciano necessariamente la felicità.

La bellezza per noi donne conta tantissimo, siamo sincere. Fin da piccole capiamo che purtroppo funziona così. Ma grazie al cielo con il tempo io ho capito che la vera “bellezza” è l’essere di una persona.

La passione per il niente, l’appetito di morte, la contemplazione estetica dell’immagine allo specchio, l’imperativo morale della rinuncia

massimo recalcati, l’ultima cena: anoressia e bulimia

Pesarese d’origine, Margot ha sofferto, da giovanissima, di un disturbo alimentare che le ha fatto perdere 20 chili in soli tre mesi.

Mi preme dire subito che l’anoressia è una malattia vera e propria e come tale va curata e trattata. Io ne ho sofferto per diversi anni.

Faccio la modella dal 2006 e credimi: anoressia e bulimia regnano sovrani. A Parigi un giorno, prima di una sfilata, morì una ragazza. Il cuore non aveva più resistito su un corpo così magro…Fu uno choc per tutti.

Anoressia e Alta Moda. Un binomio quasi perverso. In un settore dove il fenomeno colpisce circa 2 milioni di giovani modelle ogni anno.

A occhio e croce 9 modelle su 10 mangiano e vomitano. Quando non digiunano del tutto. L’anoressia uccide nel 10% dei casi. Ed è considerata la prima causa di morte per malattie psichiatriche.

Fabiola De Clerq – Presidente dell’Associazione bulimia anoressia (Aba)

L’anoressia è definita come “un grave disturbo psichiatrico” e il più conosciuto tra i disturbi del comportamento alimentare. La connessione con la nostra cultura e il nostro attuale stile di vita è evidente. Ma limitarne la causa alla sola emulazione di un canone di bellezza imposto dalla società è riduttivo.

Studi medici dimostrano come sia in realtà il risultato dell’incontro, nel corso della crescita, di una serie di cause genetiche, fattori psicologici, relazionali e ambientali.

Oggi l’esordio della malattia, rispetto a qualche anno fa, è diventato sempre più precoce. Spesso esplode nel giro di poco tempo, con la perdita di 10-15 chili nell’arco di due-tre mesi. Si manifesta con il classico sintomo del vomito, ma può associarsi anche a forme più gravi di comportamenti autolesivi (tagliarsi, bruciarsi, grattarsi fino a ledere la cute).

In alcuni casi il corpo viene vissuto con profonda vergogna e con la preoccupazione del giudizio altrui, in altri, più lo specchio rimanda l’immagine di un fisico magro, più ci si sente realizzati.

Io ammetto che in quei momenti, guardandomi allo specchio così magra, pensavo che ero stupenda. Sono amante della magrezza, sono sincera, e forse da questo punto di vista mentalmente sono ancora malata. Io oggi fisicamente non mi piaccio quando mi guardo, semplicemente con il passare degli anni ho imparato ad accettarmi.

L’idea di controllare la propria vita attraverso il controllo del proprio corpo. La privazione del cibo che diventa gesto quotidiano. Il riuscire a perdere peso che diventa una sfida con se stessi. Il desiderio di arrivare “a vedere le ossa” che si tramuta in ossessione.

Il mio rapporto con il cibo non è mai stato bello e mai lo sarà. Devo conviverci con questa cosa. Io lo dico a tutte le ragazze che soffrono di anoressia che una volta superata fisicamente, mentalmente ti rimane a vita. Per questo bisogna stare sempre attente a non ricaderci, perché è un attimo rimpiombare nell’incubo, proprio come accade ai tossicodipendenti. 

Tempo, determinazione. E consapevolezza di poter cadere di nuovo. Ancora e ancora. Una possibilità che gli esperti individuano nel 35% dei casi, entro due anni dalla guarigione. E quasi sempre, per uscire in maniera definitiva dal tunnel dell’anoressia, si rende necessario l’intervento di uno specialista.

Io ho deciso di entrare in terapia un anno e mezzo dopo aver capito di essere anoressica, mi racconta Margot. Ho fatto questo percorso insieme ad altre 15 ragazze che, come me, soffrivano di disturbi alimentari. Stavamo tutto il tempo assieme, tranne la sera che dormivo a casa mia. Pranzavamo e cenavamo con un team di psicologi e dottori che ci pesavano anche prima e dopo uscite dal bagno.

Uscita dal tunnel dall’anoressia ho ripreso con il tempo i chili persi e anche di più. Nel frattempo continuavo a fare i casting. Un giorno un addetto ai lavori mi guardò e mi disse: “ma sei incinta?”. Solo perché avevo messo su tre chili in più. Considera che la persona in questione sapeva quanto avevo sofferto per la mia magrezza eppure non si era fatto scrupoli a farmi questa orribile battuta. Questa cosa mi ha fatto stare malissimo. Volevo ricominciare a non mangiare. Poi ho provato la tanto contestata e discussa dieta Lemme e ho ricominciato a mangiare tanto ma senza ingrassare. E’ stato un sogno per me: lo ringrazierò sempre. A me quell’uomo ha salvato la vita.

Ti dicono “sii forte” sì
Son bravi a parlare
Che ne sanno che hai dentro

In quel frigo… si freddano le lacrime
In dispensa… rinchiudi le tue ansie e poi
Sotto il letto… nascondi la tua polvere
Poi non dormi… ti chiudi e rifletti

È la vita che unita al dolore si ciba di te
E della tua strada sbagliata
E continui a pensare, placando il tormento,
che bello se non fossi mai nata

Tiziano Ferro – Mai Nata

Margot ha un legame affettivo molto forte con tutta la sua famiglia allargata. Con i suoi genitori, sua sorella Anais. Ma non solo. Anche con Patty, attuale moglie di Papà Edoardo, ex cestista della Scavolini Pesaro e con Sergio, compagno di mamma Corinne (Becouarn), ex modella in voga negli anni ’80, protagonista di spot, servizi fotografici e copertine.

Sono una figlia d’arte, ma non “una figlia di”, ci tiene a sottolineare Margot, perché se sono riuscita ad ottenere determinati risultati lo devo solo alla mia forza di volontà e alla mia passione.

Una forza di volontà che l’ha spinta, dopo gli esami di maturità, a lasciare la città natale di Pesaro per trasferirsi a Parigi ed entrare nel mondo della moda.

Quando a 18 anni andai a Parigi mamma mi disse chiaramente che non avrebbe chiamato nessuno, perché questo è un lavoro “stronzo” e secondo lei dovevo fare tutto da sola. Se fossi piaciuta avrei lavorato e così è stato. 

Sono arrivata in Francia con zero euro. Vivevo in 40 metri quadrati con la mia amata nonna. Dopo solo un mese e mezzo ho iniziato a guadagnare i miei primi soldi e mi sono trasferita in una casa con altre due modelle con vista Torre Eiffel.

Sono rimasta due anni a Parigi e poi mi sono spostata a Milano, perché volevo iniziare l’Università, la IULM, per far felici i miei genitori. Ho sostenuto due esami pesanti, ma dopo due mesi ho detto basta.

Sono stata anoressica dai 18 ai 22-23 anni. Sicuramente la cosa che più mi ha segnata in quel periodo è stato realizzare quanto mia mamma stesse soffrendo nel vedermi in quel modo. E la cosa che non mi perdonerò mai è che anche mia sorella poi ha iniziato a non mangiare più! Mia mamma si è trovata nell’arco di due anni due figlie anoressiche, due scheletri per casa. E credo che per una madre vedere una figlia che non si ciba sia la cosa più terribile. Se penso alla sofferenza che ha dovuto passare questa donna meravigliosa piango ancora. Ed è proprio la sua sofferenza ad aver fatto scattare in me il cambiamento.

Specchio due dita in gola e mi riconoscerai

Potrei far meglio ma lo

Sai qui tutto si è ristretto

La gioia, il tempo, lo spazio, il sentimento

Sai non è tutto perfetto

Si tira dritto sfiorando il precipizio

Specchio – subsonica

Il buio, il precipizio può essere colorato di tante sfumature dello stesso nero. Cadute, dolori inespressi. Traumi. Violenze psicologiche, e anche fisiche. Fame d’amore. L’amore verso se stessi e l’amore degli altri. Un’instancabile lotta per ritrovare la luce, da cui a volte si esce vincitori, altre volte sconfitti.

La felicità non è continua. Si vive di momenti meravigliosi consapevoli che ci saranno altrettanti momenti brutti: questa è la vita.

Margot Ovani

Margot in questa lunga chiacchierata virtuale mi svela un altro particolare della sua vita che la rende ai miei occhi ancora più forte nella sua fragilità.

E’ una cosa molto delicata: io ho subito violenza fisica…non smetterò mai e poi mai di dirlo: DENUNCIATE, anche se è vostro marito o il padre dei vostri figli. Tutelate voi stesse e chi amate. 

Un urlo liberatorio di chi vuole lasciarsi il passato alle spalle e guardare avanti, di chi sta costruendo il suo nuovo futuro e compiendo decisive scelte di vita.

Margot ha detto basta alle sfilate. Oggi continua a far parte del mondo della moda ma lavora per campagne fotografiche, con la forza e la libertà (mentale ed economica) di poter accettare o rifiutare. Si dedica ai social (la sua pagina Instagram conta quasi 120 mila followers), sogna una famiglia tutta sua e non esclude un futuro in tv.

Desideri semplici e genuini di una ragazza che ha conosciuto il buio ed ora vuole godersi la luce.

Oggi sono innamoratissima da più di 3 anni di Massimiliano, un ragazzo normalissimo che non fa parte della televisione o cose simili. E’ il dono che Dio ha voluto farmi, la cosa più bella che poteva capitarmi. Sono una donna molto fortunata. Vabbè anche lui non si può lamentare (ndr sorride).
Non vedo l’ora di avere la mia famiglia e presto questo sogno potrebbe avverarsi!

A livello lavorativo, in televisione vorrei troppo presentare “Le Iene”: con la mia follia mi ci vedrei benissimo. Per quanto riguarda la moda, ovviamente vorrei essere un angelo di Victoria’s secret. Ma su tutto la famiglia rimane al primo posto: è la cosa che conta di più per me!

Anche Margot, come tutti noi, ha fatto i conti negli scorsi mesi con un lockdown forzato e con la conseguente necessità di trovare equilibri nuovi tra le quattro mura di casa. La privazione degli abbracci, il senso di isolamento, la mancanza di una vita “normale”.

Nel corso del primo lockdown sono stata dal primo all’ultimo giorno dentro casa. Insieme al mio fidanzato. Senza mai nemmeno uscire per fare la spesa. Ordinavo tutto on line. Ma al contrario di tante coppie, con il mio uomo abbiamo creato un rapporto ancora più bello.

Ho sofferto di attacchi di panico parecchie volte però. La situazione ancora oggi non mi rende serena. Le uniche persone che frequento sono i miei genitori e mia sorella. In questi mesi ho visto solo poche amiche, all’aperto, per strada, magari facendo una camminata sulla spiaggia. Ho parecchio il terrore ancora. E credo di non essere sbagliata io, sia chiaro. La cosa che mi più mi manca, essendo io una persona molto fisica, sono gli abbracci. Io le persone le abbraccio forte e per me vuol dire tanto.

Ci lasciamo con un messaggio dedicato alle tante ragazze che oggi, sempre di più, si ispirano alle influencer seguite sui social:

Vorrei ricordar loro che noi donne siamo tutte belle, che bisogna essere gentili con tutti e soprattutto con le altre donne. Che non tutto quel che luccica è oro, che la maggior parte delle foto che vedono con fisici statuari e scolpiti sono ritoccate con Photoshop o con il chirurgo. Che la realtà non è quella, che bisogna essere prima belle dentro per poi risultare davvero belle anche fuori. Ognuna di noi è speciale a suo modo. E se gli altri non lo capiscono peggio per loro.

Mi vengono in mente, a conclusione di questo pezzo, le parole pronunciate dalla cantante Elodie a Sanremo 2021:

“Ognuna di noi ha le proprie battaglie da combattere, i pezzi di sé da lasciare indietro mentre cerca di costruire un percorso, il passato e quella sensazione di incompiutezza con cui fare i conti, e la voglia di vita che lotta con la paura del giudizio degli altri“.

Elodie Patrizi, Sanremo 2021

La voglia di vita, l’accettazione delle proprie debolezze, la ricerca di se stessi. La miglior cura alla fame d’amore che è dentro di noi.

Lo specchio da guardare non è solo quello che abbiamo di fronte, ma quello che abbiamo nel nostro cuore. Solo lì potremo trovare la chiave per uscire da qualsiasi buio stia soffocando la nostra luce.

“Non bisogna sempre sentirsi all’altezza delle cose, l’importante è avere il coraggio di farle”

Elodie Patrizi (Sanremo 2021)

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Elisabetta Mazzeo

Elisabetta, classe 1981. Ogni 18 anni un cambiamento. Prima la Calabria, poi Roma, ora Zurigo. Domani chissà. La mia sfida quotidiana? Riuscire nell’impresa di essere contemporaneamente mamma, moglie, giornalista, scrittrice e ora anche blogger. Ore di sonno: poche. Idee: tante. Entusiasta, curiosa, caparbia, sognatrice. Scrivere è un’esigenza. Una lunga gavetta nei quotidiani e nelle tv locali, poi l'approdo come inviata di Sport Mediaset. Non ho dubbi: il mio è il mestiere più bello del mondo. Una passione prima che un lavoro. Oggi ricopro l'inedito ruolo di vicedirettore a distanza di Retesole, l’emittente che mi ha visto crescere umanamente e professionalmente. Divoro libri e due li ho anche scritti, mi nutro di storie di sport, ma non solo. Scatto e colleziono foto, mi alleno quanto basta per non sentirmi in colpa e in compenso macino chilometri armata di scarpe da ginnastica e passeggino. L'arrivo delle mie due figlie ha rimodulato le priorità della mia vita. E adesso è con loro e per loro che continuo a mettere le mie passioni in campo. #CaparbiamenteSognatrice

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