La cipolla, rimedio naturale per il distanziamento sociale.

La cipolla, rimedio naturale per il distanziamento sociale.

In questo periodo di pandemia abbiamo iniziato a conoscere e assumere nuovi vocaboli nel nostro linguaggio quotidiano.

Una delle parole più usate è “distanziamento”.

Oggi vi consiglierò un alimento buono, che si sposa con il salato e il dolce.

Alla fine di questo articolo vi darò quattro ingredienti per fare un perfetto salva cena e salva vita; provate a mangiare una frittata di cipolla e poi potrete sfidare anche la movida milanese perché intorno a voi si aprirà un varco e distanziamento di almeno due metri. 

Mia madre è di Roma mio padre è Calabrese però, quindi a casa mia è sempre esistita un’unica cipolla; quella rossa di Tropea, punto.

E non lasciatevi fregare, le cipolle rosse e rotonde in retina che trovate al supermercato non sono originarie calabresi.

Quelle di Tropea sono di un viola acceso e hanno una forma allungata, all’estremità ha la punta bianca e poi un profumo inconfondibile, si trovano esclusivamente nel periodo più caldo dell’anno che va dalla primavera all’autunno.

 

Si utilizza principalmente come alimento e condimento ma è anche conosciuta a scopo terapeutico per le varie proprietà benefiche.

È perfetta in un soffritto per un ragù o anche in agrodolce per arricchire un hamburger.

In Calabria c’è anche la marmellata per accompagnare un formaggio o per completare una fetta di pane casereccio.

Se poi la mettete a crudo in un’insalata estiva con pomodori succosi o sulla pizza insieme al tonno (sempre calabrese) già al passaggio del cameriere che ve la porterà al tavolo, capirete cosa voglia dire il distanziamento.

Scherzi a parte; la cipolla ha un odore forte, non amato da tutti, ecco perché se la mangiate c’è chi se ne accorgerà subito. 

Ma non privatevi di un piacere così grande, esistono tanti rimedi per sbarazzarsi dell’alito “odoroso” che può lasciarci in bocca; il latte o il limone aiutano a ripulire ogni senso di colpa verso il collega di scrivania o la compagna di letto. 

Uno dei piatti poveri che faceva la mia nonna calabrese, era costruito da 4 ingredienti e sfamava l’intera famiglia: 

Uova, farina, olio EVO e cipolla (ovviamente rossa).

Non parlatemi di cipolla bianca perché è come dire che la pancetta può essere una variante del guanciale in una gricia o in una cacio e pepe è permessa una goccia di panna.

Non accetto bestemmie! 

La cipolla è rossa. Punto.

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Emanuela Impieri

Mi chiamo Emanuela Impieri, sono nata a Roma 34 anni fa. In passato, la mia timidezza mi ha portato a guardare il mondo senza essere guardata, nascosta dietro la macchina da presa, la mia più grande passione. Ho curato la regia e scritto la sceneggiatura di vari cortometraggi per poi approdare alla tv locale romana, prima a "canale 10" poi per undici anni nel reparto tecnico di Retesole essendone anche la responsabile, per arrivare a collaborare con le tv nazionali. Sono stata docente di dieci Master in Giornalismo Radiotelevisivo per Eidos Communication. Mi piace lavorare e far la differenza proprio in quei settori in cui le quote rosa sono latitanti. Ho cambiato tutto per questo lavoro, città, amici, un’intera vita, finché un matrimonio e una bimba hanno rimescolato le carte per rinnovare tutto di nuovo. Per loro mi diletto a “mettere a fuoco” la mia vita sull’altra passione; cucinare, prima che per gli altri diventasse una moda. Perchè “Cucinare è come Amare o ci si abbandona o si rinuncia”. Il mio stile di vita.

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