Fatto in casa

Fatto in casa

Perché il “fatto in casa” ha più valore? 

Ci siamo trovati a vivere in un lungo periodo chiusi in casa perfettamente un anno fa.

E abbiamo indossato i panni di pizzaioli, panettieri, abbiamo acceso i fornelli in continuazione.

Forse ci siamo dilettati a fare tutto quello che di solito compravamo tranquillamente, un po’ per limitare le uscite e un po’ per metterci alla prova.

Perché è così gratificante riuscire a fare qualcosa in casa?

Una volta le nostre nonne riuscivano a far tutto e tutto era tremendamente buono.

Un po’ perché il tempo ormai corre veloce e gli impegni son tanti, un po’ perché son cambiati i tempi.

Il lockdown e il tanto tempo libero

Il periodo del lockdown totale oltre a farci diventare tutti cantanti su i nostri balconi, ci ha visti diventar da cuochi dilettanti in chef casalinghi.

Se non avete ancor divorziato vuol dire che il risultato non è stato male.

Il tanto tempo a disposizione in quel periodo ci ha dato la possibilità di fare quelle ricette che accantoniamo solitamente per la loro complessità e per i tempi lunghi di preparazione. 

Il fare in casa qualcosa e la soddisfazione dei nostri commensali hanno incentivato le sperimentazioni.

Veder prender vita dalle nostre mani quella pizza che di solito ordiniamo o quel pane tanto amato del nostro fornaio ci ha cambiati la giornata… e anche il peso sulla bilancia ahimè! ma questa è un’altra storia. 

Una ricetta, ingredienti in credenza, tu con le mani in pasta, procedimenti, preparazioni, olio di gomito e tanto amore verso quello che si sta facendo… come in tutte le cose.

Fare qualcosa fatto in casa, ha un valore diverso perché c’è quell’ingrediente fondamentale; l’amore con cui si fa, la dedizione, il pensiero a chi lo mangerà.

Perché si sa, si cucina sempre per qualcuno.

Io sono la prima che per me stessa non cucinerei, c’è sempre un pensiero trainante a far accendere un fornello, che sia fame o fame d’amore.

Fame di regalare un sorriso, perché ditemi voi: chi non sorride davanti un buon piatto?

Spero che quello accaduto l’anno scorso (ma che ancora viviamo) possa essere solo un bruttissimo ricordo e che possiamo aver preso la parte migliore di quel periodo.

Alcuni hanno scoperto come utilizzare il forno, altri come saper fare anche quella semplicissima carbonara, che di solito ordinavano al ristorante.

Ed hanno scoperto che realizzarla è facilissimo e divertente e che forse prima, non si voleva semplicemente fare e non che non si sapeva fare.

Chi si è scoperto un talento della pizza del sabato sera o un esperto della griglia della domenica in giardino.

In ogni caso prendiamo quello che di buono ci ha lasciato quel periodo buio.

Perché un qualcosa di “fatto in casa” sarà sempre più buono che comprato in qualche supermercato e fatto da chissà quali mani forse perchè principalmente conosci gli ingredienti con cui lo hai realizzato… l’amore.

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Emanuela Impieri

Mi chiamo Emanuela Impieri, sono nata a Roma 34 anni fa. In passato, la mia timidezza mi ha portato a guardare il mondo senza essere guardata, nascosta dietro la macchina da presa, la mia più grande passione. Ho curato la regia e scritto la sceneggiatura di vari cortometraggi per poi approdare alla tv locale romana, prima a "canale 10" poi per undici anni nel reparto tecnico di Retesole essendone anche la responsabile, per arrivare a collaborare con le tv nazionali. Sono stata docente di dieci Master in Giornalismo Radiotelevisivo per Eidos Communication. Mi piace lavorare e far la differenza proprio in quei settori in cui le quote rosa sono latitanti. Ho cambiato tutto per questo lavoro, città, amici, un’intera vita, finché un matrimonio e una bimba hanno rimescolato le carte per rinnovare tutto di nuovo. Per loro mi diletto a “mettere a fuoco” la mia vita sull’altra passione; cucinare, prima che per gli altri diventasse una moda. Perchè “Cucinare è come Amare o ci si abbandona o si rinuncia”. Il mio stile di vita.

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