Degustazione di Storia & Leggenda: le origini del cocktail

Degustazione di Storia & Leggenda: le origini del cocktail

Vi avviso, è un post lungo ma andrà giù che è un piacere!


Di cocktail se ne parla tanto spesso quanto ne beviamo. Ma cos’è un cocktail? Qual è il significato di questa parola? È possibile ricostruire la storia di un drink?
Andiamo per gradi. Il cocktail altro non è che una bevanda contenente due o più ingredienti di cui uno deve necessariamente essere alcolico. Distillati, liquori mixati anche a ingredienti analcolici, decorati con ombrellini o frutta, accompagnano i nostri aperitivi e le nostre serate.

Ma qual è l’origine della parola cocktail?
Intorno all’etimologia della parola vorticano curiosità e teorie. C’è quella che si rifà alla coda (“cocked tail”) di un cavallo vivace, o quella secondo la quale è la coda del gallo (“cock’s tail”) ad avere la meglio, bella e variopinta come queste bevande sanno essere. Ma c’è anche chi pensa che la parola si riferisca al fatto che in Messico venissero utilizzate le piume di pollo per mescolare le bevande… emh… Una scelta molto discutibile!

Jerry Thomas – il padre dell’arte di miscelare i cocktail

Come nascono i cocktail? Perché hanno proprio quel nome?
Di alcuni conosciamo la storia, di altri la leggenda che ne avvolge le origini. Proviamo insieme a vederne alcuni. Ce n’è per tutti i gusti!

Dagli anni del Proibizionismo (1920-1933) ne è passato di tempo. Negli Stati Uniti i primi bar clandestini erano chiamati “speakeasy” cioè “parla piano”, poiché c’era il rischio di essere scoperti e arrestati. Oggi non corriamo questo rischio e possiamo gustare i nostri drink liberamente dentro e fuori i nostri bar di città, ordinanze permettendo.

Diamo inizio alla lezione di Storia&Leggenda.

1. Il Negroni e l’Americano
Si parte con due drink italiani. L’Americano, a dispetto del suo nome, conta ingredienti italianissimi: Vermouth rosso (torinese), Bitter Campari (milanese)e soda. Il Negroni invece ne è una sua variante nata a Firenze. Si narra che il conte Camillo Negroni, di ritorno da un viaggio a Londra, chiese al suo barman di fiducia, Fosco Scarselli, di sostituire la soda del suo Americano con gin e una fetta d’arancia, in memoria dei suoi giorni londinesi.  Il cocktail non tardò ad avere successo diventando punta di diamante dell’aperitivo fiorentino.

2. Cuba Libre
Tante sono le versioni legate alla nascita di questo drink. La storia si mescola alla leggenda come il rum con la Coca cola.
Avviso importante: seguiranno teorie al sapor di racconto della buonanotte.
Teoria n.1: Il drink della liberazione di Cuba dalla supremazia spagnola. Siamo nel 1898. Un tizio americano seduto al bancone di un bar alza il suo bicchiere ed esorta tutti con un brindisi “Por Cuba Libre!”.
Teoria n.2: il cocktail prende il nome di una importante testata giornalistica rivoluzionaria “Cuba Libre” fondata nel 1928.
Teoria n.3: il racconto surreale. Alcuni coltivatori cubani scoprirono per caso e per sfortuna che il lime col rum “è la morte sua!”. Questi agricoltori usavano bere rum appena distillato per dissetarsi e rinfrancarsi dalle fatiche del lavoro (acqua e limone no eh?). La storia vede che in seguito a un forte vento molti lime caddero diventando inutilizzabili per la vendita. L’ingegno dei coltivatori fu quello di aggiungere il lime al loro rum per renderlo ancor più rinfrescante. Della serie non si butta via niente. Il succo aspro del lime si legò piacevolmente al rum conferendo un sapore gradevole. Solo successivamente le menti geniali dei barman dei peggiori bar de Cuba, pensarono di aggiungere Coca Cola conferendo un sapore molto più dolce al drink.
E vissero tutti felici e contenti…

3. il Martini cocktail
Nessuno sa come sia nato, è uno dei cocktail più famosi nel mondo. Alcuni sostengono che sia nato a Martinez, in California; altri ancora suggeriscono che l’origine sia italiana, facendo riferimento all’azienda Martini & Rossi.
In ogni caso sappiate che il Martini va mescolato e non shakerato, nonostante quello che sostiene James Bond, perché sennò… si annacqua.

4. il Bloody Mary
Risale agli inizi del 1900 ed è composto da vodka e succo di pomodoro più una combinazione di spezie (pepe, tabasco, salsa Worcester, succo di limone). Il nome si ispira alla Regina Maria I Tudor detta La Sanguinaria, cioè Bloody Mary, poiché amava far decapitare le teste dei Protestanti… simpatica! Il rosso del succo di pomodoro del cocktail richiama infatti quello del sangue. Curiosità: il Bloody Mary risulta essere uno dei cocktail più popolari sugli aeroplani poiché in quota ha un sapore migliore. Come è possibile? Gli scienziati che tutto sanno e tutto studiano hanno dimostrato che il rumore influenza il gusto! Un esperimento ha infatti dimostrato che negli ambienti rumorosi le persone hanno maggiori difficoltà a captare i sapori dolci, mentre trovano sia più facile riconoscere il salato e l’umami, sapori presenti nel pomodoro. Sorprendente!

5. il Mojito
Dissetante e fresco ha madre certa: è nato a Cuba, anzi meglio a L’Avana. Rum bianco, lime, foglie di menta, zucchero di canna e soda. Il suo nome deriverebbe da “mojadito” che in spagnolo significa bagnato. Curiosità: Hernest Hemingway ne era un appassionato tanto da idearne una variante, il mojito invecchiato. Una miscela di due rum, uno bianco e uno ambrato, invecchiato di almeno sette anni e dunque più dolce.

6. Long Island Ice Tea
Veniamo al dunque: ecco a voi uno dei cocktail più famosi in assoluto. Costituito da vodka, gin, rum, triple sec. e una spruzzata di coca-cola. Una bomba di cocktail molto difficile da realizzare poiché il dosaggio in un drink è tutto! L’obiettivo è realizzare una gradevole bevanda fresca e forte al tempo stesso. E’ molto facile infatti che vi servano una schifezza. Fidatevi solo dei più bravi! Curiosità: nato dutante il periodo del proibizionismo dalla mente geniale di un barman di Long Island. Per ingannare l’ordinanza che vietava di bere alcolici, realizzò un cocktail che a primo sguardo sembrava del semplice té freddo. E i proibizionisti…muti!

7. il Cosmopolitan
Fan di Sex and the City  è il vostro momento! Tipicamente consumato da una clientela femminile, questo cocktail ha raggiunto la massima diffusione grazie a Carrie Bradshaw e le sue amiche. Vodka, triple sec e succo di mirtillo deliziosamente servito in una coppa Martini. La storia vuole che sia stato inventato nel 1987 da Cheryl Cook, una famosa bartender di Miami che volle accontentare anche la clientela femminile con un drink rosa e chic. E allora spazio alla fantasia e al successo immediato sia tra le donne che tra gli uomini. Brava Cheryl!

E a tutti voi che siete arrivati sino alla fine di questa lezione… Cheeeeeeeeeeeeeeeers!

distantimaunite

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