Associazione Libera

Era il 14 dicembre 1994 quando, in Italia, nasceva l’associazione Libera. Le agenzie di stampa rilanciavano la notizia: «Nasce Libera, cartello di associazioni contro le mafie». L’idea era stata annunciata da don Luigi Ciotti, già fondatore del Gruppo Abele, e raccolse subito l’adesione di molti gruppi e associazioni.
Libera nasceva con un solo obiettivo: contrastare le mafie. Fu così che il Gruppo Abele, l’Arci, le Acli, Legambiente, la Fuci, la Cgil e altri importanti nomi decisero di unirsi sotto un’unica sigla.

Associazione Libera, per davvero
Il desiderio di riappropriarsi dei territori, di unirsi contro il più grande flagello del Paese, portò non solo alla nascita di Libera, ma anche al lancio di una raccolta firme per chiedere a gran voce che i beni confiscati ai mafiosi e ai corrotti fossero destinati a uso sociale. Per la prima volta nella storia italiana, quei beni vennero effettivamente restituiti alla collettività.
La strada, però, fu da subito in salita. Non tutto il mondo politico appoggiava l’iniziativa di don Ciotti. Libera nacque con idee chiare e salde: non farsi influenzare né dalle mafie né dalla politica. Nei mesi successivi si susseguirono incontri e riunioni per definire l’identità dell’associazione. Il 25 marzo 1995 venne approvato lo statuto di Libera e ufficializzata la sua nascita.

Tutto avvenne nella sede della Cgil di Roma, in via dei Frentani.
Don Ciotti fu nominato presidente nazionale.
Nel 1996, la proposta di legge di iniziativa popolare promossa da Libera, sostenuta da oltre un milione di firme, venne approvata dal Parlamento. Nacque così la Legge 109/96, “Disposizioni in materia di gestione e destinazione di beni sequestrati e confiscati”.
Fu istituita anche la prima Giornata della Memoria e dell’Impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie, celebrata il 21 marzo a Roma. Da allora, ogni anno, in quella data, in tanti luoghi d’Italia e anche all’estero, vengono letti i nomi delle vittime. Un lungo elenco, recitato come un rosario civile, per farli vivere ancora, per non farli morire mai.
“Per Libera è importante mantenere vivo il ricordo e la memoria delle vittime innocenti delle mafie. Uomini, donne e bambini che hanno perso la vita per mano della violenza mafiosa, per difendere la nostra libertà, la nostra democrazia.
Una memoria condivisa e responsabile, grazie alla testimonianza dei loro familiari, che si impegnano affinché ideali e sogni dei loro cari restino vivi. Ogni anno, il 21 marzo, primo giorno di primavera, in occasione della Giornata della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie, vengono letti tutti i nomi. A partire da quel giorno e per gli altri 364 dell’anno, perché solo facendo della memoria uno strumento d’impegno e responsabilità si può piantare il seme di una nuova speranza.”
Fonte: libera.it
Un cambiamento di libertà
Fin dalla sua nascita, Libera ha avuto come obiettivo l’alimentazione di un cambiamento etico, sociale e culturale: un cambiamento fondamentale per spezzare i fenomeni mafiosi e ogni forma di ingiustizia, illegalità e malaffare. Per questo promuove percorsi educativi in collaborazione con oltre 4.500 scuole e numerose università.
Nasce anche Libera Terra: non è formalmente parte dell’associazione, ma rappresenta un progetto autonomo portato avanti da cooperative sociali che lavorano i terreni confiscati alla mafia, producendo e commercializzando prodotti agricoli.

Libera garantisce sostegno concreto ai familiari delle vittime, investe nella ricerca e nell’informazione tramite l’Osservatorio “LiberaInformazione” e guarda anche all’estero, con la rete internazionale Flare – Freedom, Legality and Rights in Europe.
Nel settembre 2024, in un’intervista al New Yorker, don Ciotti ha dichiarato di aver coordinato per anni, insieme a Vincenza Rando, un’operazione segreta per aiutare donne in fuga da famiglie o ambienti criminali a ricostruirsi una vita altrove.
Don Luigi Ciotti è da oltre trent’anni in prima linea contro le mafie e l’illegalità. Con coraggio, come solo certi “preti di strada” sanno fare. Non teme le mafie, né la politica. Combatte perché la libertà – sotto ogni forma – possa tornare al centro della vita di tutti. Soprattutto di chi, troppo spesso, è dimenticato.
#ostinatamenteottimista
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