Fragili nell’attimo ma indistruttibili nel tempo

Fragili nell’attimo ma indistruttibili nel tempo

I figli. La necessità di dedicarsi alla famiglia. Bisogni e opportunità differenti. Tempi e modi diversi da quelli maschili. Donne e lavoro. E’ nato prima l’uovo o la gallina? Troppo spesso le donne lasciano l’occupazione all’arrivo di un figlio, cosa che non succede agli uomini, oppure lavorano prevalentemente in ambiti meno prestigiosi e meno retribuiti rispetto ai colleghi maschi. La conciliazione è ancora oggi il punto cruciale nella vita di molte donne che cadono e si rialzano ogni giorno, combattono e realizzano cose meravigliose. Con la loro forza. Fragili nell’attimo ma indistruttibili nel tempo.

Basta guardare il freddo dato numerico per comprendere come la metà dei talenti nazionali sia ferma ai box. Il tasso di occupazione femminile in Italia nel 2019 è stato pari al 50,1%, il 17,9% in meno di quello maschile. L’Italia è penultima in Europa per partecipazione femminile al mercato del lavoro.

A questa situazione già compressa si è aggiunta la pandemia. Tra il secondo trimestre 2019 e lo stesso periodo di quest’anno sono stati persi 470.000 posti nell’occupazione femminile. In pratica su 100 impieghi persi in un anno quelli delle donne sono il 55,9% del totale.

Per il rilancio dell’economia italiana è dunque necessario un significativo incremento dell’occupazione femminile. E’ arrivato il momento che questo atteggiamento masochista, della cultura e del mondo del lavoro, abbia termine. Non è una questione di quote rosa ma di buon senso.

Date alle donne occasioni adeguate ed esse saranno capaci di tutto

Oscar Wilde

C’è chi è stata licenziata e chi si è dimessa volontariamente. Perché non riusciva a conciliare orari e ritmi di lavoro, con tutto il resto che è la vita. C’è chi un lavoro ce l’ha ma non è più congeniale ai propri desideri. Chi ha bisogno di dimostrare ciò che è realmente in grado di fare. E ancora c’è chi arriva a una svolta della propria vita e chi vuole lavorare in proprio.

A rimettere in circolo tanti talenti ci hanno pensato, ovviamente, due donne. Hanno messo a punto uno strumento concreto per far incontrare le imprese con le donne e i loro tempi, le loro esigenze e le loro capacità.

Women at Business è la prima community di donne ed aziende che vogliono condividere esperienze, opportunità e servizi. Un’idea innovativa per non lasciare nell’ombra competenze e preparazione.

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Professionalità, bravura e abilità inutilizzate devono essere rimesse nel circolo produttivo. Questa è la missione di WAB. Individuando i partner ideali per collaborazioni flessibili, tante competenze di valore possono così contribuire al successo di specifici progetti aziendali.

Le fondatrici di questo nuovo network sono Laura Basili e Ilaria Cecchini.

Fragili nell’attimo ma indistruttibili nel tempo

Ex manager in importanti aziende italiane e straniere che dopo anni di assenza dal mondo del lavoro hanno avviato un progetto tutto loro che, anche se ideato mesi prima, ha visto la luce durante il primo lockdown.

A riprova che le donne non stanno mai ferme. Lo ripetiamo come un mantra. Un periodo di apparente inerzia come quello della chiusura totale ha dato invece l’avvio pratico alla Community. L’idea ci è venuta a settembre 2019. Abbiamo registrato la società a febbraio e poi è scoppiato il caos, con il lockdown. Però non ci siamo bloccate. Ripartire dalle competenze delle donne era ciò che volevamo fare e l’abbiamo fatto.

Si perché la sfera femminile è un patrimonio enorme di saperi e professionalità. Chi si iscrive alla community ha già dimostrato attitudine all’adattamento e al superamento delle difficoltà. E, cosa da non trascurare, alla propria storia professionale ha aggiunto altre competenze, derivate da passioni profonde, progetti personali, esperienze di vita in Italia ma anche all’estero.

Noi donne siamo state abituate, per storia e tradizione, ad avere capacità di resilienza. L’uomo culturalmente ha sempre avuto le spalle più coperte, è stato in un certo senso facilitato. Noi invece ci siamo dovute adattare e reinventare. Non è per niente semplice buttare giù una donna, perché sappiamo rimboccarci le maniche e stravolgere le nostre esistenze se necessario.

La problematica del lavoro femminile esiste e non si può negare, Wab allora aiuta tutte quelle donne che sono fuoriuscite dal circuito lavorativo, per un qualsiasi motivo, e oggi hanno voglia di rientrare. E che molto probabilmente seguendo i normali canali rimarrebbero bloccate.

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Noi offriamo il mezzo tecnico attraverso cui si può attuare la politica del fare. E se diciamo di voler aiutare le donne poi lo facciamo concretamente. Infatti per le donne l’iscrizione alla community è gratuita, mentre le imprese interessate, e sono già in molte, devono pagare.

Anche se con ritardo ci accorgiamo che c’è un reale e forte interesse per il talento femminile. Le grandi aziende sono le più veloci a recepire le enormi potenzialità. Però la teoria si scontra con la realtà. E a questo punto interviene WAB. Il nostro strumento piace molto proprio perché mette in azione qualcosa che era solo idea.


Iscriversi è semplicissimo. Io l’ho provato e lo posso testimoniare. E’ fuori dai consueti canoni del curriculum. Il focus è solo sulle competenze. Viene chiesto cosa si è capaci di fare e non perché non lo si sta facendo.

Si accede al sito e si entra nella maschera di profilazione, cliccando su Donne. A quel punto si inseriscono i dati. Non è richiesta l’età. Si aggiungono le competenze e le sottocategorie, la disponibilità oraria, il luogo. Si indica se smartworking o in viaggio, se si vuole lavorare 15 giorni al mese oppure 5 giorni a settimana, le lingue conosciute, gli anni di esperienza, il ruolo ricoperto. E in più c’è una descrizione di 250 caratteri da compilare. Una descrizione dove poter parlare di se stesse e delle proprie passioni.

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Fragili nell’attimo ma indistruttibili nel tempo

I profili così compilati verranno inseriti in un database. D’altra parte anche la singola azienda avrà postato la propria richiesta per un determinato tipo di figura per un definito periodo di tempo. Arrivati a questo punto ci penserà un algoritmo speciale, nel cui bacino comparirà ogni profilo. Chi combacerà col job posting dell’impresa riceverà una mail. Se la donna sarà interessata al progetto dovrà semplicemente mettere like al post, contenuto nella mail ricevuta, e verrà contattata dall’azienda stessa.

Come dice Laura Ci vuole coraggio per affrontare il nuovo o ciò che crediamo di non conoscere più ma è una sfida entusiasmante.

Quasi banale il procedimento dell’algoritmo e per questo motivo così efficace. Però non è tutto.

L’intento è quello di inserire più donne possibili. Quindi se l’azienda dovesse scartare ad esempio tre profili, riceverà altre tre figure da esaminare. Se ne scarta due, ne riceverà due. E così via.

Un ragionamento essenziale, simile a quello che può essere Tinder per gli incontri. Allora perché non è stato fatto prima?

In Italia esiste la legge Biagi. Chi vuole approcciarsi al mondo del lavoro lo deve fare attraverso un’agenzia che abbia quattro uffici sul territorio nazionale. E’ evidente quanto sia una legge superata dall’avvento di internet e dei social.

Mettere in comunicazione donne in cerca di lavoro e aziende in cerca di personale. Individuare partner ideali per collaborazioni flessibili e far entrare nuova energia nel circolo produttivo. Partire dal mondo femminile per dar vita a una grande rivoluzione. Insieme. E infatti il manifesto di WAB è

Un impegno e una promessa allo stesso tempo.

TO-GET-HER è la pietra miliare da cui ripartire insieme alle aziende e attraverso le donne. Scomponendo la parola inglese vediamo che TO GET -ottenere – è seguito proprio da HER – lei – un pronome declinato solo al femminile.

Valorizziamo le differenze. E’ un modello di sostenibilità sociale e un investimento per il futuro. Se immaginiamo quanti figli vedranno le loro mamme serene e quante bambine potranno crescere in una diversa cultura. Perché è vero che ancora oggi manca quella civiltà del lavoro al femminile ma è anche certo che noi donne non chiediamo mai. Non siamo abituate a farlo.

Ecco WAB è l’innovazione tecnologica applicata al mondo del lavoro. Siamo lo strumento perfetto per permettere alle imprese ad esempio di effettuare le sostituzioni maternità e allo stesso tempo per dare voce alle donne con le loro esigenze.

Garantire la flessibilità professionale alle donne per coniugare professionalità ed esigenze di vita personali e sociali. Utilizzare l’algoritmo di matching per la migliore combinazione tra competenze femminili e progetti. Un’opportunità per il mondo del lavoro.

Fragili nell’attimo ma indistruttibili nel tempo

Attualmente sono iscritte alla community 2500 donne e il dato è in costante crescita. Sono storie incredibili, che partono da una inarrestabile esigenza di vita. Con dei diversi modelli aspirazionali. Le donne della Community sono estremamente preparate nel loro campo però non possono e non vogliono rispondere a modelli maschili. Una donna elabora e lavora in metodi e con tempistiche diverse. Se dunque viene messa nelle condizioni giuste lavorerà in modo più produttivo.

Ricordando che, come sostiene Ilaria, Non si è mai troppo giovani o troppo vecchie per desiderare qualcosa per sé.

Fragilità, sensibilità, sbalzi di umore, forza, entusiasmo dirompente. Un mondo da portare nel mondo.

Una donna con una voce è, per definizione, una donna forte

Melinda Gates

La tipicità femminile è importante. Ciò che può offrire una donna a un progetto, in termini di pensiero e sagacia, è un aspetto che andrebbe studiato e valutato con interesse, da parte di un datore di lavoro.

Ancora oggi ci sono molti più uomini nei posti di lavoro perché la maggior parte delle donne è costretta a scegliere tra famiglia e lavoro/carriera. Dobbiamo iniziare a lottare per ciò in cui crediamo. E senza paura chiedere quello che ci fa stare meglio. Perché i treni che cambiano la vita esistono ma non si aspettano. Si guidano.

C’è Qualcuno Qui Dentro Qualcuno Che Ho Creduto Morto Da Tanto Tempo.
Oh Sto Urlando, E I Miei Sogni Saranno Ascoltati

Listen – Beyoncé

Una donna ha tanto da dire al mondo, sicuramente in termini e modi diversi dagli uomini. In pochissimi decenni, dal diritto di voto del 1945, le donne hanno fatto dei balzi nella società e nel mondo del lavoro. Però per troppo tempo si è creduto che una donna dovesse assumere sembianze maschili per arrivare allo stesso livello.

Oggi, nel 2020, le donne non devono e non dovrebbero più indossare abiti o seguire logiche da uomo. Dovrebbero invece portare il loro essere femminile e arricchire il panorama produttivo.

E’ importante vestire i nostri panni. Perché è necessario pretendere di essere guardate per ciò che abbiamo da dire. Per lo studio, per la competenza acquisita, per le conoscenze apprese con l’esperienza e le passioni. E’ fondamentale sentirci a nostro agio e così con fiducia affrontare ogni compito.

Io per esempio, ho sempre creduto che mentre aiutavo mio padre con i lavori in casa e sistemavo i fili elettrici di una presa non dovessi, per forza, somigliare a un muratore con la barba non fatta. Andava bene anche se avevo mascara e rossetto.

Per chi si è fermata o per chi ha bisogno di rinnovarsi adesso c’è anche un algoritmo che assiste e aiuta a ripartire. Sempre tenendo conto di chi si è e di cosa si vuole.

Tempo e flessibilità sono i cardini del lavoro femminile. A cui vanno aggiunti coraggio e tenacia. E le donne in questo sono maestre. Sanno crollare nell’abisso e con caparbietà e perseveranza risorgere. E’ una qualità con cui condiscono ogni aspetto della vita. Anche nel lavoro.

Fragili nell’attimo ma indistruttibili nel tempo: le donne.

Fabrizio Caramagna

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Sabrina Villa

Per Vasco “Cambiare il mondo è quasi impossibile -Si può cambiare solo se stessi - Sembra poco ma se ci riuscissi - Faresti la rivoluzione” . Ecco, in questo lungo periodo di quarantena, molti di noi hanno dovuto imparare nuovi modi, di stare in casa, di comunicare, di esternare i propri sentimenti. Cambiare noi stessi per modificare quello che ci circonda. Tutto si è fermato, in attesa del pronti via, per riallacciare i fili, lì dove si erano interrotti. I pensieri hanno corso liberamente a sogni e desideri, riflessioni e immagini e, con la mente libera, hanno elaborato anche nuovi modi di esternazione e rappresentazione dell’attualità. Questa è la mia rubrica e io sono Sabrina Villa. Nata a Roma e innamorata della mia città. Sono un'eclettica per definizione: architettura, pittura, teatro, cucina, sport, calcio, libri. Mi appassiona tutto. E' stato così anche nel giornalismo, non c'è ambito che non abbia toccato. Ogni settore ha la sua attrattiva. Mi sono cimentata in tv, radio, carta stampata. Oggi, come al solito, mi occupo di tante cose insieme: eventi, comunicazione, organizzazione. La mente è sempre in un irriducibile movimento.

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