Il magico mondo bilingue dei bambini

Il magico mondo bilingue dei bambini

Domenica pomeriggio di un giorno di circa tre anni fa. Dialogo tra me e Giulia, all’epoca 5enne:

“Giulia, vuoi la panna sulle fragole?”

“No, non mi piacciono le strawberries à la crème”.

“Ok, ho capito. Non vuoi la panna. Però puoi dirmelo pure in una lingua sola, non usandone tre”.

Abitavamo a Ginevra da circa 2 anni e mezzo. Asilo in francese, inglese usato fin da quando era piccola per vedere cartoni animati e ascoltare storie. Italiano parlato solo dentro casa. Abbiamo fatto lo stesso con la seconda figlia, Elena che infatti ha usato l’inglese per le sue prime parole (“One, two e three..anche se, detto da lei, due somigliava più a “tu” e tre a “ti”). Un pò fissati, direte voi. Lo ammetto, all’inizio sembrava così anche a me. Che poi, a dirla tutta, il fissato era mio marito: ” E’ importante che sappiano l’inglese bene. Iniziamo quando sono piccole che è meglio”. L’ho assecondato, un pò perché non mi andava di discutere, un pò perché tutto sommato l’idea non era malvagia. Solo che poi, una volta trasferiti in Svizzera, mi è venuto il dubbio: “Non sarà troppo? Insomma, se poi fanno più confusione che altro”?

Decidere di crescere i propri figli bi o tri lingue è una scelta a volte dettata dalla necessità ( si cambia Paese e quindi anche lingua oppure si vive con una persona di lingua madre differente), a volte dalla voglia di trasmettere qualcosa di essenziale nel modo più semplice possibile e finché risulti ancora un gioco. Assalita da mille dubbi atroci ho fatto un po di ricerche ed ho conosciuto Elisa Baroni e il fantastico mondo di Hocus&Lotus. E lei si che mi ha tolto tutti i dubbi che avevo.

http://www.hocus-lotus.edu

“Sfatiamo i falsi miti – mi racconta – il bilinguismo non crea ritardi nel linguaggio, il bambino non avrà difficoltà a scuola nella lettura o nella scrittura e imparerà velocemente a distinguere i diversi codici, sia scritti sia parlati. E poi, crescere bilingue in qualsiasi combinazione di lingue, conferisce vantaggi cognitivi che rendono i bambini più capaci di gestire la vita quotidiana. Vantaggi, che persisteranno nel tempo anche quando saranno in età adulta”. Fantastico, ho pensato. Così ho voluto saperne di più.

“Hocus&Lotus è un metodo che funziona a tutte le età, meglio nella fascia 0 – 12 anni. Le nostre lezioni si svolgono in “un’aula magica”: uno spazio dove la Magic Teacher, i genitori e i bambini possono muoversi liberamente duramente la parte di teatro in lingua e vivere con il proprio corpo tutto quello che vivono i personaggi. Il metodo – mi spiega Elisa, laureata in lingue e letterature straniere, esperta in glottodidattica infantile – è frutto di 35 anni di ricerca della professoressa Traute Taeschner, che ha individuato le ragioni dell’insuccesso scolastico dell’insegnamento delle lingue straniere ai bambini”.

“Hocus&Lotus non è un semplice corso di inglese – spiega Elisa – ma rappresenta un percorso di bilinguismo in cui al famiglia è coinvolta. Si parla di long life learning, ovvero un apprendimento per la vita. Sappiamo bene che un’ora la settimana non basta per imparare una lingua straniera fluentemente. L’esposizione deve essere il più possibile continuativa. Per crescere sani e forti i propri bambini bisogna nutrirli più volte al giorno con cibi sani. Questo facciamo noi con il bilinguismo”.

Lezione Hocus&Lotus

Il Coronavirus e la conseguente quarantena (che per i bambini cambia poco anche nella “Fase 2”), ci permette quantomeno di riflettere sull’intraprendere un percorso di questo tipo. Elisa vive tra Brescia e Bergamo, tra le città più fortemente colpite dal virus. E tra mille ansie e paure le sue “lezioni magiche” sono andate avanti.

“Le nostre vite, scandite dal suono continuo delle ambulanze in questi due mesi, ci hanno spinto con ancora più forza a ritrovarci e riscoprire insieme alle famiglie dei nostri piccoli allievi il magico mondo di Hocus&Lotus. Le nostre lezioni in videoconferenza sono state una boccata d’aria per me. I loro sorrisi mi fanno respirare l’anima. I bambini hanno ritrovato in Hocus&Lotus due compagni di viaggio in questo periodo di isolamento”. Quando Elisa parla lo senti il coinvolgimento, la passione e l’amore per ciò che fa. Lo senti in un modo fisico. Credo che persone così non s’incontrino facilmente. Allora le ho chiesto:

” Ma tutto questo amore da dove viene”? E anche se la risposta è arrivata via mail, la voce rotta dall’emozione l’ho sentita ugualmente: ” Il mio papà me l’ha trasmessa. Lui, tra le vittime di questo virus maledetto. Se n’è andato qualche settimana fa. Grazie a lui è nato il mio amore per le lingue. Da bambina , durante i nostri viaggi in giro per il mondo rimanevo incantata a sentirlo parlare una lingua diversa per ogni posto in cui andassimo. Era il mio eroe. Ciao papà”.

Elisa Baroni con Hocus&Lotus

Paola Proietti

Classe '77, giornalista professionista dal 2008. Ho lavorato in radio, televisione e, vista l'età, anche per la vecchia carta stampata. Orgogliosamente romana, nel 2015 mi trasferisco, per amore, in Svizzera, a Ginevra, dove rivoluziono la mia vita e il mio lavoro. Mamma di due bambine, lotto costantemente con l'accento francese e scopro ogni giorno un pezzo di me, da vera multitasking expat.

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