Quando la Terra diventa Haute Couture
Dai granelli di sabbia ai drappeggi, dai minerali ai velluti: la Terra ispira stilisti e maison, diventando potente protagonista delle passerelle.
Ultima dei quattro elementi, eppure origine di tutto. Simbolo di solidità e nutrimento, Madre che genera e accoglie.
Terra è il corpo vivo di ogni cosa: roccia che si sgretola sotto le mani, sabbia che scivola tra le dita, foglie umide che profumano di muschio e di bosco.
Essa è tessuto primordiale, trama e ordito del mondo.
Materia antica che ispira immaginazione e visioni, da secoli abita lo sguardo di artisti e stilisti, trasformandosi incessantemente in antologia del colore, filo intrecciato e parola.
La Terra, in passerella, si fa fibra ancestrale ed espressione di identità, narrando, attraverso sontuosi abiti e vivide suggestioni, la memoria dei millenni.
Tra sabbia e cielo: le palette che ispirano gli stilisti
La Terra si fa tessuto
Dimenticate il grigio, le finestre cieche e l’orizzonte stanco della città, perché la moda evade le aride arterie di cemento e recupera le tinte che sanno di vento, oceano e radici.
Immaginate, invece, un fiume che scorre tra colline verdi, mentre il Sole si leva dietro soffici nuvole. Questo, però, non è un dipinto. E non è nemmeno una fotografia o la scena di un film.
Questo è un abito a due pezzi, portato con decisi stivali di vernice e un austero cerchietto nero.
Il look di apertura della sfilata della collezione Autunno/Inverno 2021 di Conner Ives narra una vicenda intrigante, nata dalla scoperta in soffitta della collezione di arte popolare americana della madre. “È stato come trovare una città perduta”, diceva Ives a Vogue. Una stanza muta, scrigno di tracce e reperti dimenticati, in cui il tempo si deposita e attende.
In questo malinconico scenario, ogni frammento di memoria si risveglia, consegnandosi a mani sapienti e occhi sensibili, capaci di leggere le tracce di un passato che ancora esiste sotto la pelle.
Superfici stratificate, materia che trattiene voci stanche e le trasforma in visioni inedite. È la stessa logica della natura che conserva e rigenera. Così la moda si apre come rito di metamorfosi, in cui il suolo, con i suoi silenzi e le sue impronte, indossa frammenti di un mondo che si muove e racconta.
Come la Terra ispira la moda
Blu profondi di cieli lontani, beige che accendono i riflessi di deserti sospesi al Sole, verdi saturi come linfa sotto la corteccia, marroni che trattengono l’eco delle rocce e il respiro del legno antico.
Dalle creste delle montagne che si fanno drappi alle pietre che custodiscono un eterno fluire, il suolo è da sempre – e per sempre – il laboratorio segreto delle Maison di moda.
Sospesi tra sfumature terrose e coordinate emotive, gli stilisti traggono ispirazione, fondendo estetica e sogno.
Valentino (A/I 1989) e Dior (A/I 1990) hanno lavorato chiffon e organze in composite trasparenze, con riflessi metallici che riproducevano il movimento a mezz’aria dei granelli di sabbia al tramonto. Ogni increspatura celebrava la poesia di un paesaggio naturale, catturato nella sua leggerezza.
Per la P/E 1999, Yves Saint Laurent ha trasformato la luce stessa in stoffa: drappeggi scultorei che ne modulavano i raggi, un ensemble di laminati e architetture dorate.
La collezione si fa custode di luoghi e stagioni, evocando atmosfere delicate e cangianti, in cui la luce si sfiora, fluisce tra le mani, accarezza il corpo, per poi imprimersi nella mente.

Materie e texture: la superficie della Terra
La Terra si offre allo sguardo e al tatto, al respiro e all’ascolto.
Tra rugosità e carezza, essa è energia che diventa virtuosa sublimazione di impunture e cuciture. L’ispirazione terrestre si trasforma in linee e proporzioni, in cui montagne, viaggi e spezie si intrecciano in tessuti, che respirano di emozione e memoria.
I toni caldi e seducenti dei boschi autunnali si impongono nella collezione Autunno/Inverno 2000 di Gianfranco Ferré.
Qui silhouette romantiche e femminili dialogano con la duttilità del velluto e la ricchezza dei broccati. I capispalla, per esempio, raffinati e misurati, si elevano a opere d’arte, perché i ricami complessi e i dettagli minuti concedono ai tessuti una nuova dimensione – più profonda – di eleganza.
Cinque anni dopo, il defilé dell’Autunno/Inverno 2005 mette in scena l’eclettismo delle gonne a balze, che diventano protagoniste indiscusse della collezione.
I tessuti modulati e sovrapposti, tra veli e lembi leggeri, rimandano alle sorprendenti geometrie naturali delle rocce, come se, ancora una volta, la moda imitasse la stratificazione lenta e armoniosa della Terra.
La passerella della collezione Primavera/Estate 2008 di Pierre Cardin ha reso omaggio alla forza e alla vitalità della Terra. Ambientata nel Deserto del Gobi, nei pressi di Dunhuang, in Cina, la sfilata ha saputo catturare l’essenza di questo paesaggio incontaminato, trasformando la luce calante del tramonto in un riflesso vivo sui capi, che richiamavano con grazia la storia, la cultura e l’atmosfera del luogo.
Questa è una moda che utilizza il contesto naturale non solo come scenografia, ma come ponte tra corpo, materia e paesaggio.
Una lode diretta, carnale, alla forza magnetica della Terra, in cui gli abiti dialogano con la luce e l’ampiezza del cielo.

Identità culturale e lavorazione artigianale
Jean Paul Gaultier (P/E 2010) ha celebrato il Messico, intrecciando tessuti e culture: abiti come giungle, ricami fitti, motivi geometrici e palette che ricordano la terra indigena.
Tra il 2016 e il 2017, l’Alta Moda ha trasformato il legno in stoffa: stampe che riproducevano nodi e venature naturali, betulle chiare, mogani caldi e verdi cangianti, che si riflettevano su sete e organze con effetti imprevedibili e inattesi. Accessori impreziositi da pietre e minerali completavano questa alchimia, fondendo matericità e ornamento in un unico abbraccio, fatto di sensazioni e di presenza.

Bottega Veneta (A/I 2011) ha costruito abiti con tessuti rigidi e silhouette architettoniche, spigolose come gli skyline decisi e squadrati delle montagne.
McQueen (P/E 2011), invece, ha portato in passerella un paesaggio in radicale mutamento: piume applicate su tulle come cristalli di neve, balze rigide che ricordavano strati di roccia, code in chiffon arancio bruciante come iridescenti canyon americani.
Successivamente, Donna Karan (P/E 2014) ha esplorato invece la fluidità: jersey e sete modellate sul corpo con linee morbide, come la sabbia luminosa delle spiagge bianche.
Infine, Chanel (A/I 2018) ha ricreato in passerella un bosco invernale con muschi, foglie e tronchi, mentre Dior (P/E 2020) ha innalzato un labirinto di alberi, trasformando il defilé in una liturgia verde.
Il valore etico della materia
Un tempo solo musa estetica, ma oggi la Terra è anche bussola etica.
Con la capsule Back to Earth, Ferragamo ha fatto dialogare moda e ambiente, introducendo fibre organiche, tinture minerali e packaging eco-compatibili, scegliendo il recupero e opponendosi con decisione alla logica dello spreco e alla sovrapproduzione. Stella McCartney ha trasformato la sostenibilità in un credo assoluto, costruendo un percorso coerente che affonda le radici in tessuti innovativi e materiali cruelty-free.
Ogni fibra rigenerata, ogni filato naturale, ogni lavorazione artigianale diventa testimonianza concreta di un impegno, che racconta la storia di un ritrovato equilibrio tra bellezza e natura.

Indossare i colori della Terra
Lo street style mostra come interpretare la Terra a partire dall’outfit. Ocra, terracotta, ruggine e sabbia creano una palette calda e versatile, che si abbina perfettamente al denim, al bianco ottico o a dettagli metallici, conferendo profondità e movimento ai capi.
Alternare sfumature chiare e scure, materiali diversi e texture stratificate permette di costruire look armoniosi e dinamici. Inoltre, accessori originali, come sneakers color block o gioielli dorati, aggiungono personalità, senza, però, alterare l’eleganza naturale dei toni della Terra.
Pillole di styling
- Mescola chiari e scuri per dare profondità al look.
- Scegli una sola tonalità e gioca con materiali e pesi diversi.
- Denim e bianco ottico valorizzano qualsiasi nuance terrosa.
- Lascia che siano gli accessori a portare un tocco creativo e personale.
La Terra diventa moda
La Terra si manifesta tra i tessuti.
Prende vita nei drappeggi.
Scivola nell’incedere fiero di chi la indossa.
Colori polverosi.
Pietre preziose e minerali.
Aria che piega geometrie invisibili.
Ogni sfilata è trasformazione e concetto.
Un corpo attraversato da cromie, forza e intensità.
Dior, McQueen, Gaultier, McCartney: la Terra diventa gesto e forma.
Strati che conservano memorie antiche.
Pigmenti che trattengono storie lontane.
Texture che custodiscono segreti e si fanno pensiero.
Il linguaggio della moda è vivo, permeabile, attento.
In passerella, esso diviene codice fragile e potente, mutevole ed eterno.
Moda è la Terra che si reinventa, si espande, pensa.
#IncurabilmenteAppassionata
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